Pg Battista scrive sul Corriere della Sera che Vittorio Arrigoni era un fanatico, orribilmente trucidato ma pur sempre colpevole di addossare a Israele tutta la colpa della tragedia mediorientale.

E certo. Se Vittorio fosse rimasto a casa sua, nella ricca Padania, mica si sarebbe bevuto il cervello così. Magari sarebbe andato a locali col Trota, avrebbe ballato all’Hollywood con qualche velina, sarebbe andato a vedere l’Inter o il Milan invidiando le macchinone degli eroi cittadini.

Invece no, ‘sto pirla se n’è andato in mezzo ai disgraziati, a quelli che gli bombardano anno dopo anno case e villaggi, a quelli che vengono tenuti sotto il giogo dell’ignoranza e della violenza, a quelli che l’hanno ammazzato perché voleva mediare una pace impossibile nell’intrico degli interessi planetari e dell’egoismo occidentale.

E allora anche uno qualsiasi, uno che vive tra salotti tv e compagnie raffinate, può ben permettersi di definirlo un “pacifista” così, tra virgolette. Un “nemico di Israele”. Un “combattente di una battaglia sbagliata”, un uomo di cui non si può fare un ritratto “angelicato, falso, edulcorato” denunciando tutta la sua distorta visione dei rapporti di forza che insistono su quel fazzoletto di terra e le sue vite martoriate. Insomma le stesse perle proposte da Libero e Il Giornale: neanche il merito dell’originalità.

Il ministro per i rapporti con Gerusalemme di Hamas ha chiesto perdono all’Italia per la follia di quei fondamentalisti che hanno spezzato una speranza.

Scusa, Vittorio, per quello che hanno detto e diranno sul tuo conto.

Un video speciale per ricordarti.

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