“Le pagine dei quaderni di nostro figlio erano bianche. Abbiamo capito che a scuola era successo qualcosa”. E’ il racconto della madre di Mirko, un alunno disabile dell’istituto Albertelli Newton di Parma che per tre giorni è rimasto senza il suo insegnante di sostegno, impegnato in una gita di classe. Una delle tante conseguenze dei tagli alla scuola e della riforma voluta dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “La scuola ha organizzato una gita a Roma – spiega la signora Lucia – e ad accompagnare gli studenti ha mandato l’insegnante di mio figlio, sottraendolo alle ore di sostegno a cui Mirko ha diritto”.

Il ragazzo avrebbe potuto prendere parte all’iniziativa e visitare la capitale assieme ai compagni, ma la circolare che la scuola dice di aver distribuito a tutti, a casa di Mirko non è mai arrivata. “Non ne sapevamo nulla – spiega la famiglia – nonostante avessimo più volte fatto presente la necessità di una forte mediazione, soprattutto per ciò che concerne la comunicazione”. E’ Massimo Parmigiani, dirigente scolastico dell’istituto, a rispondere: “Se un problema di comunicazione c’è stato – si difende – non è certo per mala fede. Non abbiamo mai escluso nessuno, e tra i 75 studenti partiti per Roma c’erano anche quattro disabili. Per quanto riguarda il sostegno, nei giorni della gita abbiamo comunque garantito sette delle dieci ore previste per l’alunno”. Ai genitori di Mirko non basta. “L’insegnante di sostegno deve operare solo in funzione del disabile al quale è stato assegnato – sottolineano – la scuola non può gestirlo come fa con gli insegnanti tradizionali. Già in passato nostro figlio ha perso delle ore perché chi doveva seguirlo sostituiva un docente in altre classi”. Contattato da ilfattoquotidiano.it, il preside Parmigiani ammette: “Abbiamo sempre fatto del nostro meglio con le risorse che abbiamo”.

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