Sanbabilino era e sanbabilino è rimasto. Difficile dire qualcosa di più, davanti al grottesco spettacolo che ha offerto al paese il ministro della Difesa (mentre l’Italia sarebbe impegnata in una guerra alle porte di casa). Perché è solo l’ennesima performance di una destra ridotta alla caricatura di se stessa, che pare uscita dalla canzone di Bennato, Nel covo dei pirati. Una destra rimasta intrappolata ormai senza scampo nello stereotipo della faccia ringhiosa, dell’aggressività, del politicamente scorretto, dell’insulto e dell’arroganza. Una destra che sguazza nella violenza e nel cattiverio.

Una destra impresentabile e incapace di governare, irresponsabile e rumorosa, nostalgica, in fondo, di quel clima da anni Settanta che il paese reale ha per fortuna dimenticato. Loro no. Stanno fermi ancora lì, con la bava alla bocca e il megafono in mano. A mandare aff… tutto e tutti. In attesa che – speriamo presto – un sussulto di dignità degli italiani li trasformi in tristi anticaglie della storia.

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