“Si sono perse le tracce di due barconi carichi di rifugiati, provenienti dalla Libia, e diretti in Italia”. La denuncia allarmata è di Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati che aggiunge “bisogna intensificare le ricerche di due barconi con 400 immigrati a bordo partiti dal territorio libico”. Su un’imbarcazione partita il 25 marzo – secondo fonti dell’Unhcr – ci sono 68 migranti e sull’altra, partita il 22 marzo, ce ne sono 330. Si tratta di cittadini eritrei e somali.

Intanto a Lampedusa resta alta la tensione. Soprattutto dopo che si è sparsa la notizia che sarebbero stati rimandati di diverse ore i trasferimenti degli oltre 3.700 immigrati verso i porti di Trapani, Catania e Napoli. Diversi gruppi di tunisini hanno cominciato a urlare: “Italia, Italia…vogliamo partire“. Gli extracomunitari sono stati per ora rassicurati dal responsabile dell’ordine pubblico al porto, il commissario Corrado Empoli, che ha promesso: “Entro stasera andiamo tutti via, anch’io”.

Nel frattempo il popolo dei lampedusani ha abbandonato la protesta fiducioso nei trasferimenti di tutti gli immigrati tunisini entro oggi, come promesso dal premier Berlusconi. Il premier ha anche attaccato il governo tunisino, responsabile secondo lui di non collaborare ai rimpatri. Dopo un colloquio telefonico con il primo ministro Beiji Caid Essebsi, il Cavaliere ha annunciato che lunedì prossimo sarà a Tunisi per sciogliere tutti i nodi sul tavolo.

Berlusconi: “La Tunisia non collabora ai rimpatri”

La nave della flotta Grimaldi è salpata questa mattina alla volta della tendopoli di Manduria in Puglia, la centro di un vero terremoto politico che ha prodotto le dimissioni del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. Con lui anche il primo cittadino del paesino pugliese. E se il fronte politico interno, dopo la visita di ieri del premier, resta traballante, la vera partita oggi si gioca sul piano internazionale. Silvio Berlusconi ha accusato la Tunisia di non collaborare con l’Italia per rimpatriare gli immigrati:”Il governo ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini. Si tratta di 5 mila tunisini che non sarebbero accettati perché noi sappiamo che dalle loro carceri sono evasi in 11 mila ed abbiamo il sospetto che possano arrivare da noi”. In mattinata il ministro degli Esteri Franco Frattini ha bacchettato la Francia per i respingimenti in corso a Ventimiglia. Per il titolare della Farnesina, infatti, gli immigrati in arrivo in Italia dovranno essere “rimpatriati o destinati verso altri Paesi Ue”. Dopodiché ha aggiunto che “è clamoroso che dai Paesi Ue non vi sia solidarietà, compresi quelli in cui i clandestini vorrebbero andare, come la Francia”. In realtà, alle parole di Frattini hanno fatto eco Cecilia Malstrom. Il commissario europeo per gli Affari interni, da ieri in Tunisia, ha detto che avvierà colloqui con il nuovo ministro dell’Interno della Tunisia, Habib Essid, per mettere a punto le modalità di rimpatrio degli immigrati tunisini a Lampedusa, riferendosi, in questo contesto, alla possibilità di concedere incentivi per indurli a rientrare in patria.

Maroni: “Siti di accoglienza in tutte le regioni”

”Sono duemila circa i profughi arrivati dalla Libia, soprattutto eritreri e somali: abbiamo concordato un piano di emergenza con le Regioni, che si impegnano a trovare siti per ospitarli”, ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri. Il piano messo a punto per accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa prevede una “disponibilità di diecimila posti, in tutte le regioni italiane ad eccezione dell’Abruzzo”. Ma il presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani ha smentito nel merito l’accordo: “Le Regioni non hanno condiviso la questione delle tendopoli per gli immigrati irregolari. Si è trattato di una iniziativa unilaterale del governo” ha detto Errani a margine della riunione dei governatori sul trasporto pubblico locale.

Il piano sarà in ogni caso illustrato domani alle regioni e agli enti locali in una riunione al Viminale. “Atteggiamenti di rifiuto – ha aggiunto il ministro – non possono essere giustificati, è un’emergenza grave che richiede il concorso di tutte le regioni. Dove ci saranno i Cie verranno garantite misure di sicurezza affinché non si creino problemi particolari”.

Per l’emergenza Lampedusa, il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto di aver ”fornito a Maroni un elenco di sette siti della Difesa, tutti al Nord’’ per ospitare i migranti.

Il giallo degli undici dispersi

Intanto, restano frammentarie le notizie sui presunti dispersi. La notizia, arrivata in serata, ancora non ha trovata conferme certe. L’unica versione, per ora, resta quella dei sette profughi soccorsi e portati nell’isola. “Siamo partiti dalla Libia in 35 ma poi la barca è affondata e molti compagni sono morti”. Con queste parole, Mohamed, racconta la tragedia. ” Ha raccontato -spiega il medico – che ci sono stati diversi morti, molti di loro sono riusciti ad aggrapparsi per un giorno e una notte alla chiglia della barca”. Alle Capitanerie di Porto non risulta alcun affondamento di natanti nelle acque di ricerca e soccorso italiane. Gli extracomunitari, provenienti da Gambia e Sudan, sono stati soccorsi la scorsa notte dalla nave della Marina militare italiana “Comandante Borsini” mentre erano a bordo di un peschereccio egiziano ed hanno raccontato di essere partiti dalla Libia. I migranti sono stati poi presi in consegna dalla Guardia Costiera che li ha portati a Lampedusa, dove hanno riferito del presunto naufragio. Altri cinque migranti sono giunti oggi pomeriggio a Lampedusa, soccorsi da un altro motopesca egiziano. Proprio questa coincidenza – la duplice presenza nei due episodi di motopesca egiziani, che potrebbero essere impiegati nel trasporto illegale di extracomunitari verso Lampedusa – ha avvalorato i sospetti della Guardia Costiera circa la veridicità del racconto degli extracomunitari. Oltre alla Guardia Costiera anche i carabinieri valutano con molto scetticismo la ricostruzione fatta dagli immigrati, uno dei quali è stato ricoverato in stato di choc al Poliambulatorio di Lampedusa.

Le navi sull’isola

Sono oltre 2.500 i migranti già trasferiti da Lampedusa, in aereo e in nave, mentre prosegue a pieno ritmo il piano di evacuazione messo a punto dall’unità di crisi presieduta dal commissario straordinario per l’emergenza umanitaria, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso. Per oggi è prevista la partenza di altri 2 mila profughi. Questa mattina sono partiti con la Excelsior 1.716 migranti, altri 600 hanno lasciato l’isola sulla Catania della Grimaldi, entrambe dirette a Taranto. Duecento extracomunitari sono stati invece imbarcati su due voli diretti verso i centri di accoglienza di Crotone e Bari. Un terzo volo con altri cento migranti è previsto in giornata. Intanto sul molo di Cala Pisana ha cominciato le operazioni di imbarco la nave Clodia della Tirrenia, che ha una capienza di 2 mila posti.

A parlare della partenza dei migranti era stato ieri anche il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, arrivato a Lampedusa per incontrare i cittadini e il sindaco. Tutte le imbarcazioni, al momento, non ha prevista la rotta verso la Tunisia. Il rifiuto del governo locale di accogliere i migranti pesa e non poco. E dunque, si imputa verso l’Italia. E i centri provvisori: da Trapani, a Santa Maria Capua Vetere, a Caltanissetta, a Potenza, a Pisa.

Le proteste dei cittadini

E proprio in Toscana, nel campo di Coltano, i cittadini stanno inscenando una protesta. Circa 200 persone  hanno presidiato l’ingresso dell’ex Centro radar, individuato dal Governo come tendopoli per ospitare circa 500 dei profughi. L’ingresso alla base è stato ostruito dalla presenza di alcuni trattori, condotti sul posto dagli stessi manifestanti: ai trattori si sono incatenati 3 cittadini (tra i quali una donna che indossa una maglietta con la scritta “sono incinta”) e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pisa, Maria Paola Ciccone. Oltre ai residenti, infuriati contro la proposta di allestire a Coltano una tendopoli, al presidio si sono uniti i sindaci della zona, guidati da quello di Pisa, Marco Filippeschi, e dal presidente della Provincia, Andrea Pieroni. Si attendono già in giornata i primi lavori: in particolare, secondo la Prefettura, occorrerà realizzare, su una superficie di circa 10 mila metri quadrati, un massetto drenante per impermeabilizzare il terreno paludoso e stabilizzarlo, prima del montaggio delle tende che sarà affidato ai vigili del fuoco. Quella di Coltano è infatti una ex palude bonificata in epoca fascista. La gestione dell’accampamento sarà affidata alla Croce Rossa Italiana.

Le regioni e la distribuzione dei campi

La situazione che si sta vivendo in Toscana fotografa alla perfezione i rapporti tra governo e regioni sulla questioni profughi. Perché se da un lato la conferenza ieri ha dato al sua disponibilità, nel concreto ancora nessun governatore ha dato l’ok. L’impegno del ministero dell’Interno è che le tendopoli saranno allestite fuori dai centri abitati. la paura di disordine è alta. tanto che a Manduria, il capo della polizia Antonio manganelli ha inviato altri 250 uomini. In Lombardia ancora non si sa dove verranno accolti i migranti. Ufficialmente la decisione ricade sul paese di Castano primo, in provincia di Milano. Anche se Formigoni in queste ultime ore sta spingendo per spostare il tutto nella base militare di Lonate Pozzolo, a due passi dall’aeroporto intercontinentale di Malpensa

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