Forum racconta L’Aquila a modo suo. Era già capitato in altri programmi di intrattenimento. In una puntata di Affari tuoi, per esempio. Nella puntata di sabato 6 marzo 2010 – come raccontavo in Protezione Civile SpA, succede l’incredibile. Concorre un’aquilana, che viene definita in attesa di assegnazione di un’appartamento del Piano C.a.s.e., all’epoca assistita in caserma. Durante la puntata, ecco il comunicato ufficiale della Protezione civile: la signora è assegnataria di una casa a Paganica. E così Max Giusti può ricordarle che ora potrà ritrovare il calore
di una vera casa. Quando anche l’intrattenimento veicola messaggi del genere, con queste modalità, il tentativo di dimostrare
che la ricostruzione mediatica dell’Aquila è un fatto e non ha bisogno di altre prove.

Ma la costruzione mediatica passa anche attraverso il G8 dell’estate del 2009. Eppure, c’era già qualcuno che protestava. Yes We Camp era lo slogan, per scimmiottare il motto di Obama e attirare l’attenzione dei media nei confronti del più lungo periodo in tendopoli nella storia dei terremoti in Italia: lo si sapeva già, fin dal mese di giugno.

E Yes We Camp diede il titolo al mio documentario, di cui si può vedere la seconda parte, quella che racconta il G8, l’apparenza, le proteste, i dubbi sull’effettiva utilità del G8 – poi rivelatisi molto fondati -, le prese di posizione di alcuni aquilani consapevoli, la richiesta di autonomia – la stessa che il Sindaco dell’Aquila fa quasi due anni dopo – il racconto di Berlusconi alla conferenza stampa di apertura dei meeting dei grandi del mondo. Con una chiosa di colore: un’anziana signora che afferma «Fanno schifo, non faranno niente».
(La prima puntata di Yes We Camp è qui).

Yes We Camp – episodio 2 di 12

una produzione iK
Italia, 2010 | HDV | 93′

regia di Alberto Puliafito
prodotto da Fulvio Nebbia

scritto e montato da Alberto Puliafito
assistente di produzione: Marta Musso
montaggio del suono e mix: Davide Favargiotti
colorist: Michele Ricossa
musiche di Fabrizio Panbianchi, Alessandro Zangrossi, Natural Breakdown

Sinossi
Nato da una collaborazione con Repubblica Tv, Yes We Camp prende il nome da una scritta comparsa sul cartellone di un giovane terremotato durante la manifestazione del 16 giugno durante la quale i terremotati chiedevano di rivedere il Disegno Legge che avrebbe approvato il Piano C.A.S.E.
Il film inizia proprio da quella manifestazione in Piazza Montecitorio, prosegue con la fiaccolata del 6 luglio dedicata al ricordo delle vittime, passa attraverso il racconto del G8 e di tutto il mese di agosto 2009 e dei primi giorni del mese di settembre, si chiude nel futuro, all’Aquila, nel 2032. È il punto di vista di un osservatore esterno che cerca di capire e di raccontare le storie delle persone che fanno parte di una Storia in continua evoluzione. È un insieme di affreschi, senza pretesa di avere la verità in tasca. Un racconto che si apre e si chiude con un punto interrogativo.

Dicono di Yes we Camp
“Racconta con sguardo freddo di tende smontate senza preavviso e dell’impossibilità di manifestare dissensi. Realtà mostrate con stile cronistico, fluido e incalzante”, Paolo Calcagno, L’Unità
“Gli sfollati aquilani tramite il documentario di Alberto Puliafito hanno trovato voce in quell’America che sempre si è distinta, come terra in cui la libertà d’espressione regna sovrana”, Elisa Calpona, America Oggi
“Una sorta di Gomorra, una prospettiva degli eventi accaduti ma mai sfiorati dalla sovrapposizione pantagruelica di notizie sfornata dai media in quel periodo”, Paola Dalle Molle, Messaggero Veneto
“Un insieme di affreschi, un racconto che si apre e si chiude con un punto interrogativo”, Liberazione

Festival:
– Milano Film Festival
– Festival del Documentario d’Abruzzo
– Le Voci dell’inchiesta
– Piemonte Movie gLocal Film Festival

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