La Giunta per le autorizzazioni della Camera con un parere favorevole votato a maggioranza per appena un voto (11 a 10) ritiene che la Camera debba sollevare conflitto di attribuzione sul caso Ruby. Determinante il voto dei due deputati dei Responsabili, Elio Belcastro e Bruno Cesario, arrivati nell’Aula della Giunta solo pochi minuti prima del voto (dopo quasi due ore di seduta) insieme al vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl). “Praticamente – dichiara Anna Rossomando del Pd – mentre loro sono entrati in Giunta, è arrivato in contemporanea il messaggio sul telefonino con la notizia che Saverio Romano sarebbe andato in mattinata a firmare come ministro. La coincidenza – sottolinea Marilena Samperi – non poteva non balzare agli occhi”. E’ chiaro, secondo il deputato dell’Idv Federico Palomba, “che hanno alzato il prezzo fino all’ultimo ottenendo esattamente ciò che volevano: Romano ministro dell’ Agricoltura”.

Durante le seduta infatti, cominciata verso le 9 del mattino, il malumore nella maggioranza, raccontano alcuni esponenti dell’opposizione, “era diventato visibile” tanto che alcuni deputati del Pdl avrebbero telefonato più volte per capire come mai i rappresentanti di “Iniziativa Responsabile” non fossero ancora in Giunta. Poi, solo verso le 10.50, Belcastro e Cesario sono comparsi accompagnati da Leone che evidentemente, si maligna nel centrosinistra, “ha preso parte all’opera di convincimento” dei due. Interrogato sul punto Leone sorride e dice di non voler rispondere. Dopo il loro arrivo, i deputati della maggioranza che fino ad allora erano intervenuti in più riprese, passano al voto e il risultato, come commenterà poi il relatore Maurizio Paniz, “è scontato”: 11 voti favorevoli e 10 contrari. Passa così il parere favorevole alla richiesta del centrodestra di sollevare conflitto di attribuzione con i magistrati di Milano.

Per la Procura di Milano il processo a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il caso Ruby non si fermerebbe anche qualora la questione del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, su cui la giunta della Camera ha espresso parere favorevole, arrivasse davanti alla Corte Costituzionale, dopo il voto di Montecitorio.

La Giunta, si legge nel parere, “esprime che la Camera, a tutela delle sue prerogative costituzionali, debba elevare un conflitto di attribuzioni nei confronti dell’Autorità giudiziaria di Milano, essendo stata da quest’ultima lesa nella sfera delle sue attribuzioni riconosciute dall’art. 96 della Costituzione”.

Nel parere, osteggiato dall’opposizione, si sottolinea che vengono “condivise integralmente le considerazioni” contenute nella lettera indirizzata dai capigruppo Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli, al Presidente della Camera. E si sottolinea anche che viene condivisa la preoccupazione “espressa nella lettera dei richiedenti che una rinuncia da parte della Camera ad una ferma reazione di fronte a questa lesione delle sue prerogative possa introdurre, se trascurata e ripetuta, ‘una modifica implicita’ della Costituzione quanto ai rapporti fra i poteri dello Stato'”. Ma nel parere si sottolinea anche la necessita’ di una presa di posizione dell’assemblea della Camera “in quanto sede ultima delle decisioni della Camera, in particolare quando tali decisioni involgono rapporti con altri poteri dello Stato, attraverso un’iniziativa coerente e conseguente rispetto alle precedenti deliberazioni da esse assunte nella seduta del 3 febbraio, sorrette da valutazioni poi del tutto ignorate dai giudici”. Il passaggio sull’aula sede ultima la decisione e’ stato censurato durante la riunione da Futuro e Liberta’. Nino Lo Presti ha infatti sottolineato che questo passaggio non puo’ impegnare ne’ la Giunta del regolamento, convocata per domani, ne’ l’Ufficio di presidenza. Si tratta “di un riferimento improprio – ha detto Lo Presti – che non e’ materia della Giunta”. La presidenza, ha aggiunto il parlamentare di Futuro e Liberta’, “si è detta d’accordo”.

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