Si chiama “Manifesto per l’utilizzo responsabile della figura femminile in pubblicità”, ed è l’Associazione Pari O Dispare, con la presidenza onoraria di Emma Bonino, che sta portando avanti il progetto.

Proprio stamane, ore 11, a Milano presso la Fondazione Cariplo, abbiamo visto i primi frutti di un impegno partito lo scorso 19 gennaio al Senato e che, nel tempo record di due mesi, ha raccolto le adesioni di parecchie corporation. Evidentemente, anche loro, sensibilizzate, convinte e partecipi di una rappresentazione femminile sempre più tragicomica, all’interno dei media, e nello specifico, in pubblicità.

Di cosa tratta esattamente il manifesto? E’ una carta articolata e specifica che si sottopone alle aziende per chiedere, fondamentalmente, di rispettare la figura femminile all’interno di cartellonistica, claim, pubblicità televisiva e comunicazione interna. In linea più generale, si chiede di aderire a un’idea di società in cui, per vendere prodotti, non sia necessario mostrare, anche quando le donne non c’entrano proprio nulla, i corpi e le curve e le facce ammiccanti.

L’obiettivo è di ottenere, nel corso del 2011, l’adesione delle migliori aziende che operano in Italia. Ce la faranno? Speriamo di sì! Di certo sappiamo quali sono le aziende che hanno già dato un consenso. Per esempio, quelle che parteciperanno all’incontro e le loro rappresentanti: Enza Goia di Agos Ducato, Filippo de Caterina di L’Oreal, Roberta Cocco di Microsoft Italia, Margherita Maccapani Missoni di Missoni, Bibiana Ferrari di Relight e Alessandra Perrazzelli, presidente di Valore D.

Il dibattito è stato moderato da Gad Lerner, ha aperto i lavori Cristina Molinari, presidente di Pari o Dispare, e ha tratto le conclusioni Emma Bonino.

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