Racchiudere tremila persone in un posto dove possono starcene 860 (con il limite di 1200 per garantire la sicurezza minima) è una sconfitta. Una sconfitta non certo per Lampedusa e i suoi cittadini, ma per lo Stato che quegli stessi lampedusani ha abbandonato a se stessi. Lo scrivo in risposta ai molti commenti, di cui purtroppo anche tanti razzisti e xenofobi, al video realizzato (insieme al collega del Tg1 Marco Bariletti) dentro il Centro di accoglienza dell’isola. Provo per un attimo a immedesimarmi in un povero cristo che ha attraversato il Canale di Sicilia per dieci, quindici, venti ore, su una barchetta fatiscente: credo che difficilmente avrei la forza di occuparmi anche della pulizia dei corridoi di un container dove sono ammassato insieme ad altre migliaia di persone. Credo che anche io getterei per terra quello che rimane del pasto concessomi. Altre considerazioni credo che una risposta non la meritino neppure.

Negli stessi giorni in cui si susseguivano gli sbarchi, i 180 studenti del liceo di Lampedusa occupavano una spiaggia: “Non abbiamo una biblioteca, un cinema, niente di niente. Siamo sempre Italia o no?”. Dunque il Centro, struttura assolutamente inadeguata agli arrivi dovuti a quanto sta accadendo in Nord Africa in questi mesi, è il riflesso dell’assenza della politica, assenza totale. Troppo facile lavarsi la coscienza con passerelle sull’isola della durata di due ore, come hanno fatto i neofascisti Mario Borghezio e Marine Le Pen. Ma quello che più colpisce è l’assenza della sinistra, un Partito democratico che nei suoi vertici nazionali latita nonostante l’invito del segretario regionale siciliano Giuseppe Lupo ad occuparsi “di un’emergenza senza precedenti”. L’unica cosa che è stata in grado di dire l’onorevole Livia Turco, da noi interpellata, è stato: “Ci siamo già stati a Lampedusa, l’assenza se la metta sotto ai piedi”, rispondendo a muso duro al cronista, invece di cercare di capire la situazione e recuperare notizie da un inviato sul luogo. Non per curiosità, ma per costruirci un’azione politica. Zero. Ma zero anche da Nichi Vendola, da Antonio Di Pietro. Tutti troppo preoccupati di occupare il palcoscenico della notizia del giorno forse, tutti impegnati nella rincorsa all’ultima dichiarazione sul nucleare. Eppure su Lampedusa, quella a sinistra, è un’assenza che pesa.

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