Stamani, per la prima volta da mesi, leggendo le cronache italiche non ho pensato che vivere all’estero questo annus horribilis, fosse in qualche modo un privilegio. No, stamattina ho pensato con nostalgia alla primavera italiana e alla bellezza di questo paese sì bello e perduto. E avrei voluto essere a Roma sabato sera quando alla fine del coro del Nabucco, sulle note del Va’ pensiero, il pubblico ha gridato “Viva l’Italia e si sono alzati tutti in piedi e Muti ha fatto il bis, e hanno cantato tutti insieme, pubblico e coro,  mentre dal loggione scendevano volantini come allo stadio e anche i coristi piangevano dall’emozione.

Ho cercato su YouTube se ci fossero immagini, ma ho trovato solo questo servizio del Tg3: è molto scuro, ma quello che non si vede si immagina ed è bello lo stesso sognare di essere lì e sentirsi finalmente orgogliosi di questa nostra patria.


E così, mentre mi struggevo al tepore della musica verdiana e applaudivo in silenzio alle parole di Muti contro i tagli ignominiosi alla cultura, e pensavo che se succedono cose così forse davvero non tutto è perduto, mi sono imbattuta in un altro video. E’ il famoso discorso del manager Telecom Luca Luciani che  incitava i venditori della Tim a fare come Napoleone a Waterloo, cioè un grande capolavoro.


La storia è del 2008 e ricorderete le polemiche, le reazioni scandalizzate e la richiesta di dimissioni. Perché quel documento è tornato a galla nella memoria di YouTube? Ma perché il buon Luciani è stato appena appena promosso, l’hanno nominato direttore generale (leggete bene: direttore generale) della Telecom per il Sudamerica.

Per ogni Muti che illumina la strada c’è sempre un Luciani appostato dietro l’angolo, pronto a rintuzzare ogni speranza e a ricordarci che siamo un paese di buffoni.  Peccato.
Non vorrei facesse lo stesso effetto anche a voi, ma a me la notizia ha rovinato la giornata.

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