Dall’inviato a Lampedusa

Centotrentacinque migranti partiti dal porto tunisino di Zarzis sono già arrivati con due barconi, ma alla Capitaneria di Porto di Lampedusa c’è la consapevolezza di essere di fronte a una giornata campale dovuta al leggero miglioramento delle condizioni atmosferiche. Altre imbarcazioni, se ne contano già dieci, sono già state avvistate a sud dell’isola, due di queste sono in pessime condizioni e sono state raggiunte da una motovedetta della Guardia costiera per evitare il peggio. Una nave partita dalla Libia, da Misurata, con a bordo mille e ottocento disperati ha chiesto di rifornirsi al porto di Augusta. L’imbarcazione dovrebbe poi tornare in Marocco. A bordo ci sono 1.836 persone di diverse nazionalità: 1.715 del Marocco, 39 della Libia, 35 dell’Algeria, 26 dell’Egitto, 7 della Tunisia, 6 del Mali, 4 del Sudan, 2 della Siria e 2 della Mauritania. Il Viminale ha vietato l’ingresso in acque territoriali italiane della nave che si sta dirigendo verso Augusta.

“Respingere” è anche l’idea guida di Marine Le Pen, esponente dell’estrema destra francese data in rapida ascesa nei sondaggi, tanto da far paura almeno quanto suo padre Jean Marie (sconfitto nel 2007 dalla destra democratica di Chirac, a quel punto sostenuto anche dai socialisti). Non la pronuncia mai quella parola, ma anche i francesi conoscono il politichese: “Invece di accoglierli a Lampedusa l’Italia dovrebbe inviare le navi con acqua e alimenti e assistere i migranti in mare, evitando che sbarchino sull’isola”.

Le Pen ha visitato rapidamente il Centro di accoglienza per migranti di Lampedusa, insieme a un altro deputato europeo, il leghista Mario Borghezio, noto per le sue posizioni xenofobe. Atterrati sull’isola intorno all’una sono stati ricevuti dal sindaco Bernardino De Rubeis, Mpa (il cui vice sindaco è, paradosso siciliano, la leghista Angela Maraventano), per una veloce visita al Centro. Evitata la contestazione di un gruppo di giovani dell’associazione Askavusa e di Legambiente: “Lampedusa non è razzista”, “Vogliamo un mondo a colori”, i loro slogan. Ma sindaco e eurodeputati scortati dalle forze dell’ordine sono sfrecciati da un’uscita secondaria dell’aeroporto.

Usciti dal Centro Borghezio e Le Pen hanno incontrato i giornalisti. Hanno raccontato di aver sostenuto “un lungo colloquio tra un immigrato somalo divenuto operatore volontario nel Centro, che ci ha confermato che le condizioni sono sostanzialmente buone. I nuovi che arrivano sono ragazzi tra i 20 e 30 anni, che non hanno obiettivi precisi: molti di loro aspirano ad arrivare in Francia perché hanno là dei parenti, ma non si assiste a qualcosa di organizzato. E forse questo è un aspetto ancora più preoccupante: si tratta di giovani, ci ha riferito l’operatore, che non hanno fiducia in quello che è accaduto in Tunisia”. Poi la nuova fuga, verso l’aeroporto. Due ore sull’isola per lavarsi la coscienza con acqua mediterranea, mentre il sindaco De Rubeis loda “il fatto che l’Europa cominci a prendersi cura del problema, perché loro due sono stati qui come deputati europei; non credo che le idee della signora Le Pen cambieranno e sicuramente quanto dice sull’assistenza da prestare in mare, impedendo ai migranti di arrivare qui, non può essere una proposta che noi accogliamo”.

In mattinata un centiniaio di giovani dell’unico liceo sull’isola hanno occupato una spiaggia, per “spostare l’attenzione anche su di noi, che siamo qui abbandonati dallo Stato e da tutti, senza neppure un cinema”. In serata incontreranno Claudio Baglioni, il cantante ­ che a Lampedusa ha una casa e che da anni organizza il festival “O Scià” ­ atterrerrà sull’isola intorno alle 21.

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e i gruppi dell’estrema destra europea

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