Ormai è ufficiale. Per la gioia di berluschini e minzolinguatori, il servizio pubblico “pagato coi soldi dello Stato” (cit.) ci allieterà non solo con una trasmissione condotta da Sgarbi, ma anche con una rubrica il cui anfitrione sarà nientepopodimeno che Giuliano Ferrara.

Trattasi di uno spazio quotidiano in prime time su Rai 1, della durata di cinque minuti. Il nome del programma è Radio Londra e andrà in onda a partire da lunedì prossimo, dopo il Tg1 delle 20, nella collocazione che anni fa era de Il Fatto di Enzo Biagi. Confermato il compenso del direttore de Il Foglio, anticipato dal Fatto Quotidiano. Prenderà 3mila euro a puntata, 15mila euro a settimana. Ovvero, 3.000 euro per 5 minuti. Un’operazione ardita e costosa che si colloca nell’impresa di restyling mediatico del premier, il maquillage del quale è affidato proprio al nostro elefantino.

Da comunista filo-sovietico a socialista craxiano, da ministro berlusconiano a cattolico anti-abortista e anti-islamico, da filo-finiano (memorabile l’editoriale del 18 giugno 2009, con cui consigliava al Cavaliere  di non rompere con Fini e di ricucire lo strappo) a irriducibile peon berlusconiano fulminato sulla via di Arcore e armato di mutande in ghisa.

In attesa trepidante di sue future grosse sparate, un blob amarcord delle epocali gesta di Ferrara era doveroso. Insieme a una citazione che tanto gli piacerà: “Quello che esce dalla bocca viene dal cuore ed è quello che contamina l’uomo” (Matteo, 15:18).

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