18.21 – A Zawiyah 200 morti

Sarebbero più di duecento le persone rimaste uccise nella furiosa battaglia in corso da ieri tra insorti e lealisti per il controllo di al-Zawiyah, strategica città situata poche decine di chilometri a sud-ovest di Tripoli: lo hanno reso noto fonti mediche locali, citate dall’emittente televisiva satellitare ‘al-Jazira’. Un anonimo ufficiale delle forze fedeli a Muammar Gheddafi alla stessa televisione pan-araba, che ha sede nel Qatar, ha dichiarato che i ribelli assediati “non hanno via di scampo”. Diversi testimoni oculari hanno confermato all’inviato speciale di ‘al-Jazira’, Alaa al-Zawi, che i militari governativi e i mercenari loro alleati hanno giustiziato in pubblico parecchi feriti, il cui numero sembra ormai incalcolabile. Il giornalista ha anche riferito che i miliziani dell’opposizione sarebbero riusciti a catturare due soldati lealisti e altrettanti mercenari originari dell’Africa sub-sahariana; è però tra le file dei rivoltosi che si registrano le maggiori perdite, tra cui vanno peraltro computati molti semplici civili. Un altro giornalista, Lofti Mohammed, dal canto suo ha riferito che i ribelli sarebbero riusciti a respingere un assalto nel centro cittadino sferrato simultaneamente da non meno di 25 mezzi corazzati, quattro dei quali sarebbero stati abbandonati nel corso della ritirata perché inservibili.

17.59 – Onu: “Sono oltre 191.000 i profughi in fuga”

Sono oltre 191.000 i profughi fuggiti dalle violenze in Libia . “191.748 persone, principalmente lavoratori immigrati, hanno lasciato la Libia fino a questo momento”, ha dichiarato l’Ufficio di coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu (Ocha) in un rapporto, citando i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Fino a giovedì, 104.275 persone si sono rifugiate in Tunisia, 85.000 hanno raggiunto l’Egitto e 4.000 sono entrate in Algeria, ha precisato l’Ocha nel rapporto.

17.28 – Zawiyah, colpita moschea con centinaia di civili dentro

Dopo aver aperto il fuoco sulle abitazioni, i carri armati delle forze lealiste che hanno invaso le strade di Zawiyah avrebbero preso a “bombardare una moschea con centinaia di civili che avevano cercato rifugio all’interno”: lo ha denunciato Abu Aqeel, un abitante della strategica cittadina, situata appena 40 chilometri a ovest di Tripoli. Raggiunto telefonicamente, l’uomo ha aggiunto: “Non possiamo correre in loro soccorso, perché il bombardamento è troppo intenso”. Fonti mediche locali nel frattempo hanno precisato che sarebbero almeno trenta le persone rimaste uccise soltanto nel corso dei combattimenti della mattinata di oggi, cui poi è seguita l’ennesima offensiva dei governativi, tuttora in corso.

17.06 – Jet Gheddafi intercattato da Awac Nato vicino a Malta

L’aereo privato di Muammar Gheddafi – un Dassault Falcon DA-900 con sigla 5A-DCN – è stato notato dagli aerei-spia Awac della Nato che pattugliano in questi giorni i cieli tra Malta, Lampedusa e Linosa. Secondo quanto l’Ansa ha appreso, l’aereo libico rientrava a Tripoli proveniente da Amman in Giordania. Il pilota del jet, che è sembrato voler quasi ‘sfidare’ l’Awac, non ha attivato alcun contatto radio ma ha provocato immediatamente un’allerta Nato. Il pilota dell’Awac ha chiamato la torre di controllo di La Valletta chiedendo informazioni sul velivolo che si trovava a circa 84 miglia di distanza da loro. Il jet di Gheddafi, che domenica scorsa aveva già sorvolato lo spazio aereo maltese mentre rientrava da Minsk in Bielorussia, è stato oggi rintracciato ad Amman, in Giordania. Non si sa chi ci fosse a bordo del velivolo. L’aereo è atterrato nell’aeroporto di Mitica, vicino a Tripoli, cioè la pista privata del Rais libico.

16.44 – I ribelli abbattono due elicotteri ad est di Sirte

I ribelli che continuano ad avanzare verso la città libica di Sirte hanno abbattuto oggi due elicotteri militari a circa 40 chilometri dalla città considerata come la roccaforte di Muammar Gheddafi. Secondo quanto riferisce l’inviato dalla tv araba ‘al-Jazeera’, il primo elicottero è stato abbattuto nella zona di Ras Lanuf, conquistata ieri dai ribelli, e il secondo nella zona di Bani Jawad, sempre nel golfo di Sirte.

16.28 – Generale egiziano: “Gheddafi possiede armi chimiche”

“E’ certo che Muammar Gheddafi possegga armi chimiche. Sappiamo che ha dai 150 ai 250 ordigni di tipo chimico molto potenti”. Lo afferma il generale a riposo egiziano ed esperto di questioni militari, Sameh Seif al-Yazal.

15.52 – Zawiyah, carri armati sparano sulle abitazioni e sulla folla

La battaglia per al-Zawiyah è alla fase finale. Carri armati delle forze fedeli a Muammar Gheddafi sono entrati all’interno della cittadina, che situata a 40 chilometri a ovest da Tripoli, è da giorni in mano ai ribelli. I carri armati hanno aperto il fuoco contro le abitazioni dei civili. Ieri il regime aveva rivendicato la presa di Zawiyah, salvo poi dover riconoscere, seppure tra ammissioni anonime e smentite, che rimanevano “sacche di resistenza”. L’agglomerato urbano resta nel frattempo circondato dalle truppe governative.

La situazione è sempre più drammatica. “Ci sono carri armati dappertutto, e stanno aprendo il fuoco sulle case”, ha denunciato uno degli abitanti della cittadina, raggiunto telefonicamente da Bengasi, roccaforte dell’insurrezione. “Ne ho appena visti sette accelerare sotto alle mie finestre, e il bombardamento prosegue senza sosta. Pregate per noi”, ha mormorato l’uomo, prima che la linea cadesse di colpo. Un altro testimone oculare, un medico, al telefono ha raccontato di essere “intrappolato in mezzo al fuoco” delle artiglierie. Secondo il sito on-line almanaralink.com, vicino agli insorti, a Zawiyah sarebbero almeno quaranta i mezzi corazzati penetrati nel centro, e sparerebbero incessantemente sui civili.

15.20 Secondo fonti mediche 30 morti ad al-Zawiyah

E’ di 30 morti il bilancio delle vittime degli scontri iniziati ieri e proseguiti oggi nellacittà di al-Zawiyah, in Tripolitania. Lo riferiscono fonti medichelocali, citate dalla tv araba ‘al-Jazeera’. Secondo fonti dei ribelli il bilancio è invece di 70 morti e 300 feriti.

14.53 – Oltre 30 morti nel deposito di armi a Bengasi esploso ieri

E’ di almeno 32 morti, forse 34, il bilancio ancora provvisorio della duplice esplosione che ieri sera ha distrutto il deposito di armi presso la base militare di Rajma, alle periferia di Bengasi, uno dei piu’ grandi della Cirenaica: lo hanno riferito fonti ospedaliere. La zona si trova saldamente nelle mani degli insorti, e in un primo momento era stato ipotizzato un bombardamento del deposito da parte delle forze fedeli al regime di Muammar Gheddafi. Notizia smentita oggi dalla Bbc, che citando fonti dell’ospedale, parla di esplosione accidentale.

12.43 – I ribelli avanzano verso Sirte

I ribelli libici della Cirenaica stanno proseguendo la loro avanzata verso la città di Sirte, considerata una roccaforte di Muammar Gheddafi. Dopo aver conquistato ieri, in seguito a una lunga battaglia, la città costiera di Ras Lanuf, nel golfo della Sirte, sono arrivati questa mattina nella zona di Wadi al-Ahmar. Secondo la tv araba ‘al-Jazeera’, i ribelli si stanno concentrando in questa zona, che dista solo 30 chilometri da Sirte, per affrontare le brigate di Gheddafi presenti nell’area.

10.56 – Ieri sparatoria nel covo di Gheddafi a Tripoli

Una violenta sparatoria è stata sentita ieri all’interno della caserma di Bab al-Aziziya, considerata il quartier generale di Muammar Gheddafi e della sua famiglia, a Tripoli. Secondo quanto riporta il quotidiano arabo ‘al-Sharq al-Awsat’, la sparatoria è durata una ventina di minuti ed è stata molto intensa. Fonti locali sostengono che al conflitto a fuoco hanno preso parte alcuni miliziani africani che hanno ottenuto la cittadinanza libica. Tre ufficiali libici sarebbero morti. Al momento non si conosce l’identità delle vittime della sparatoria, ma da ieri non si hanno più notizie del generale Abdullah al-Senoussi, capo dei servizi segreti militari, che potrebbe essere stato ucciso nella sparatoria. Sempre lo stesso giornale sostiene che nel conflitto non sarebbero stati coinvolti i figli del colonnello, che ieri erano impegnati a guidare le brigate che difendono la città, mentre fonti locali sostengono che la figlia di Gheddafi, Aisha, avrebbe tentato effettivamente nelle scorse settimane di espatriare, ma non avrebbe trovato nessun Paese disposto ad ospitarla.

9.51 – Ras Lanouf, almeno 8 morti nei combattimenti di ieri

Almeno otto persone sono morte e altre 21 sono rimaste ferite nella città libica di Ras Lanouf, strategica cittadina petrolifera sul mare nell’est della Libia, dove ieri si sono verificati violenti combattimenti fra ribelli e forze fedeli a Muammar Gheddafi. Lo dicono fonti ospedaliere dalla vicina Ajdabiya. Sulla sorte di Ras Lanouf ieri le notizie erano contraddittorie: ieri gli insorti hanno proclamato di aver conquistato la cittadina, smentiti però subito dal viceministro degli esteri, Khaled Kaaim, secondo il quale le forze governative ne mantenevano saldamente il controllo.

Articolo Precedente

Quando si ha a cuore l’istituzione che si governa

next
Articolo Successivo

Contro un intervento militare in Libia

next