La vignetta di Arnald tratta da Diversamenteoccupati.itProbabilmente dovremmo farlo anche noi nella nostra povera Italia, solo che altro che banche! Qui dovremmo prendercela con aziende indegne, ville di capi di stato e basiliche vaticane. La rete britannica Uk Uncut (un gioco di parole che rovescia “cut” cioè i tagli alla spesa pubblica e al welfare) ha lanciato una giornata di azioni contro le banche che si sono intascate i soldi delle misure anticrisi e contro gli stipendi da favola dei manager. Centinaia di persone hanno occupato quaranta banche e per qualche ora le hanno trasformate… in scuole, asili, lavanderie, biblioteche, ambulatori, centri giovanili. Us Uncut, la rete gemella americana, ha fatto lo stesso in cinquanta banche. Guardate le foto.
A Islington, un quartiere di Londra, Uk Uncut ha montato una lavanderia – fili per stendere, bacinelle, mutande ad asciugare – in una filiale della Rbs perchè lì il governo locale sta tagliando i servizi per gli anziani, tra cui un servizio di lavanderia molto utile. Non solo giovani precarie, ma anche quindici anziani del quartiere e addirittura (speriamo che il Pd non stia leggendo) un politico laburista. A Liverpool e Redhill due banche sono diventate ospedali. A Brixton in venti hanno portato tende e sacchi a pelo nella sede della banca NatWest e hanno improvvisato un rifugio per senzatetto. Si sa che gli ultimi sono sempre i primi: a pagare la crisi, intendo. In altre città i genitori hanno portato banchi e lavagne nelle filiali delle banche più vampire, dove  i bambini hanno fatto lezione, suonato e disegnato. Più banchi meno banche.

Uk Uncut è una rete di attivisti che coinvolge decine di gruppi locali, organizzati anche grazie a un uso sapiente di internet. Le giornate di mobilitazione prevedono un appuntamento in ogni città. Chiunque si può presentare, e poi si parte tutti e tutte insieme verso l’obiettivo. Sono forme di protesta creative e divertenti. Ma hanno anche un’altra caratteristica: danno fastidio sul serio. Anzitutto puntano direttamente ai colpevoli (anzi, ai beneficiari!) della crisi, quelli che l’hanno causata e poi ci si sono arricchiti. E poi li danneggiano, bloccandone le attività. Che imparino che vogliamo più welfare e più diritti, alla faccia dei loro profitti.

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