Nella rarefatta e apparentemente immobile diplomazia europea piccoli – ma significativi – passi talvolta si compiono. Oggi, mercoledì 16 febbraio, il presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, Pietro Marcenaro (Pd), ha consegnato a Elaeddin Boroujerdi, presidente della Commissione ssteri del Parlamento iraniano – in visita in Italia – una lista di 280 nominativi di dissidenti del regime, come l’avvocato Nasrin Sotoudeh e il regista Jafar Panahi (qui il link dell’appello del Fatto) e chiesto loro notizie auspicandone la liberazione.

“La sistematica violazione dei diritti umani, il ricorso alla violenza, la dura repressione del dissenso anche attraverso la persecuzione dei familiari delle persone impegnate nelle fila dell’opposizione, l’esplicito uso politico a questo fine degli apparati dello Stato, delle formazioni para-militari, della magistratura e della giustizia, la persecuzione della libertà di stampa, di espressione e di riunione e manifestazione – ha detto Marcenaro – costituiscono violazione tale di principi e diritti universali da giustificare l’intervento della comunità internazionale e da rendere inaccettabile l’accusa di interferenza negli affari interni di un paese sovrano”.

Un’iniziativa ufficiale che, forse, non avrà risposte concrete da parte della teocrazia islamica sciita, ma che per una volta non fa sfigurare la diplomazia e la politica italiana.

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