Lo spoil system alla napoletana costa 3000 posti di lavoro e un bel po’ di tensioni sociali. C’è anche questo nella città sommersa dai rifiuti, dove il tasso di disoccupazione giovanile è tra i più alti d’Europa. E dove le scelte del Governatore Stefano Caldoro rischiano di far saltare importanti investimenti privati. Alla finestra ci sono quasi 30 aziende e 3000 persone che aspettano da quasi due anni di essere assunte, grazie ai “contratti di programma regionali”: ma tutto è bloccato, manca chi dovrebbe concludere l’iter. “Da quasi un anno, in Regione non c’è personale per sbrigare pratiche importanti che sbloccherebbero investimenti per quasi 2 miliardi di euro”. denuncia Antonio Marciano consigliere regionale del Partito Democratico.

In nome dell’austerity, Caldoro nel suo primo anno di mandato, ha rescisso centinaia di contratti, mandando a casa consulenti e dirigenti a termine. Senza distinzione alcuna, pure i tecnici indispensabili al buon funzionamento della macchina: come quelli che la precedente Giunta aveva chiamato a lavorare sul Paser, un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo per oltre un miliardo. Tra questi, appunto, il “contratto di programma”, uno strumento che era stato accolto con soddisfazioni da imprese e sindacati. Tanto che i soldi, i privati ce li hanno già messi da tempo: alcune aziende hanno addirittura comprato i terreni ma, ora, non hanno più un centesimo per costruire.

Ventisette sono i progetti dichiarati ammissibili e che attendono solo l’approvazione dell’ultimo step, altri dodici aspettano addirittura solo la firma definitiva. Ma in Regione non c’è nessuno che può farlo. Lo ha ammesso candidamente lo stesso assessore di Caldoro, Sergio Vetrella, in risposta a un’interrogazione in Consiglio: “Gli incarichi dirigenziali rimasti sguarniti all’esito della revoca di conferimento del personale esterno attualmente risultano attribuiti, ad interim, al personale interno. Per poter stipulare il contratto non ci sono le persone. Ho chiesto più volte ulteriori persone”. Ma, evidentemente, non è la priorità di Caldoro, impegnato in queste settimane a spartirsi con Nicola Cosentino e soci le poltrone che contano: quelle delle aziende partecipate. La prima nomina è stata, la scorsa settimana, quella di Nello Polese, ex sindaco di Napoli vicinissimo a Caldoro, messo a capo dell’Eav, la holding di trasporti della Regione. Una scelta che ha portato alle dimissioni, per ora “congelate”, dello stesso Vetrella. Con il risultato che oggi, oltre ai tecnici per sbrigare le pratiche, manca pure l’Assessore che dovrebbe dare il via libera. Così, ad aziende come la Ferrarelle, il gruppo tessile Kiton, la Doria, il gruppo ricerche di Fiat Elasis, restano ancora a bocca asciutta assieme a migliaia di potenziali lavoratori che aspettano che i duellanti nel centrodestra campano posino le armi per avere un quadro più chiaro del loro futuro.

Articolo Precedente

Caso Ruby, entro dieci giorni chiuse
indagini per Fede, Mora, Minetti

next
Articolo Successivo

Lampedusa, nuovi sbarchi di migranti. Affonda un barcone in Tunisia

next