L’aula della Camera dice no all’autorizzazione alle perquisizioni per il caso Ruby. Gli atti saranno ritrasmessi alla Procura di Milano, ritenuta dalla giunta per le autorizzazioni a procedere incompetente. 298 i voti contrari, 315 i voti favorevoli: i 314 incassati dalla maggioranza in occasione del voto di fiducia del 14 dicembre, più il voto di Silvano Moffa ora entrato in pianta stabile nel gruppo dei Responsabili. Il finiano Luca Barbareschi, dopo giorni di trasformismi, è stato l’unico a essersi astenuto dal voto nonostante le garanzie fornite anche al leader di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, che si sarebbe attenuto alla posizione del partito. Ma poi ha detto che “c’è stato un errore”.

Nell’aula di Montecitorio assenti 12 parlamentari, quasi tutti dell’opposizione. Tra questi ci sono i finiani Giulia Cosenza e Roberto Rosso, gli esponenti del Pd Cinzia Capano, Marco Fedi e Anna Rossomando. Non ha preso parte al voto anche il parlamentare dell’Udc, Luca Volontè. Hanno disertato le votazioni anche Gianni Vernetti dell’Api, il Lib-Deb Italo Tanoni e Karl Zeller delle minoranze linguistiche. L’esponente dell’Mpa, Ferdinando Latteri, insieme ai parlamentari del Gruppo misto Antonio Gaglione e Paolo Guzzanti, non erano presenti in aula. Assenti perché ufficialmente “in missione”, il presidente del Consiglio, così come Daniela Melchiorre Lib-Dem, e Siegfred Brugger, Fvp.

Umberto Bossi, dopo la delusione mattutina ricevuta dalla commissione Bicamerale, che ha sostanzialmente bocciato il federalismo, ha espresso soddisfazione per l’esito del voto alla Camera. “Il governo per adesso va avanti – ha detto il leader del Carroccio – i numeri di questa votazione sono buoni”.

19.49 Raisi: “Mi vergogno di essere un deputato”

“Dopo il voto in Parlamento dioggi mi vergogno di essere un deputato. Ma dov’è finita la destra della legalità e dell’ordine? La motivazione è stata che veramente Berlusconi credeva che Ruby fosse la nipote di Mubarak!!! Aggiungiamo ridicolo al ridicolo”. Lo ha scritto su Facebook, pochi minuti dopo la votazione della Camera, il deputato di Fli, Enzo Raisi.

Ore 19.20 – 12 assenti a votazioni, 2 di Fli
Non hanno preso parte alla votazionesul ‘caso Ruby’ nell’Aula di Montecitorio 12 parlamentari, quasi tutti dell’opposizione. Tra questi ci sono i finiani Giulia Cosenza Roberto Rosso e gli esponenti del Pd Cinzia Capano, Marco Fedi e Anna Rossomando. Non ha preso parte al voto anche il parlamentare dell’Udc Luca Volontè. Ma hanno disertato le votazioni anche Gianni Vernetti dell’Api, il Lib-Deb Italo Tanoni e Karl Zeller delle minoranze linguistiche. L’esponente dell’Mpa Ferdinando Latteri, insieme ai parlamentari del Gruppo misto Antonio Gaglione e Paolo Guzzanti non erano presenti in Aula.

Ore 19.19 – Barbareschi unico astenuto
L’unico astenuto tra i 614 presenti alla votazione dell’Aula di Montecitorio con cui l’Assemblea ha deciso di rinviare gli atti alla Procura di Milano, è Luca Barbareschi.

Ore 19.16 – Berlusconi assente a votazione
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha preso parte alla votazione sul ‘caso Ruby’. Il premier risulta essere “in missione”, così come Daniela Melchiorre (Lib-Dem) e Siegfred Brugger (Fvp).

Ore 19.00 –  La Camera decide: “Gli atti vengano ritrasmessi a Milano”
L’aula della Camera ha votato per la restituzione alla procura di Milano della richiesta di perquisizione degli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’inchiesta Ruby. A favore della restituzione, come proposto dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, si sono espressi 315 deputati. I no sono stati 298. Un astenuto sui 614 presenti. Il numero di 315 per la maggioranza era quello previsto: ai 314 voti ottenuti sul voto di fiducia il 14 dicembre ai aggiunge il voto di Silvano Moffa che allora non aveva partecipato al voto.

Ore 18.55 – Franceschini (Pd): “Premier fugge da giustizia, si dimetta”
”Berlusconi vuole usare la maggioranza per sottrarsi alla giustizia, fa così da 17 anni. Qualunque altro leader si sarebbe fatto da parte per salvare la sua coalizione e il paese. Lei, invece, sta facendo del male all’Italia e l’unico atto per il bene del paese che potrebbe fare è dimettersi”. Così il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, rivolgendosi in Aula al premier Silvio Berlusconi, è tornato a chiedere le dimissioni del presidente del consiglio. “Lei – ha affermato Franceschini in dichiarazione di voto criticando l’assenza in Aula del premier – si proclama innocente ma una persona innocente e onesta non ricorre a trucchi e stratagemmi ma dice alla magistratura: ‘Prego, entrate in casa mia e perquisite perchè sono innocentè e poi si difende davanti alla magistratura”. Ed invece “Berlusconi usa la maggioranza per sottrarsi alla giustizia e in questi anni ha provato a fare leggi per sè, un elenco che fa rabbrividire e che è uno schiaffo agli italiani e al principio di uguaglianza davanti alla legge”. Stavolta poi, incalza il capogruppo Pd, “è caduto nel ridicolo, sostenendo che chiamava in Questura per la nipote di Mubarak. Presidente, se le capiterà un’altra volta di telefonare in questura, magari mandi a prendere la ragazza da un ambasciatore e non da una ragazza che poi la consegna ad una prostituta perchè altrimenti lo zio potrebbe prenderla male”. Per Franceschini, il premier “ha esposto il paese al ridicolo davanti al mondo e a rischi dovuti al fatto che lei è ricattabile”. E così, dopo la fine del governo, “qualunque coalizione troverà montagne di macerie economiche, morali e istituzionali ma anche di valori. Il Pd è pronto a ricostruire l’Italia”.

Ore 18.36 – Lussana (Ln): “Magistratura rispetti altri poteri dello Stato”
“Autonomia e indipendenza della magistratura sono valori che la Lega non mette in discussione, ma la magistratura deve dimostrare di rispettare gli altri poteri dello Stato, soprattutto quando sono espressione della volontà popolare”. Lo dice Caroli Lussana esprimendo il voto favorevole della Lega alla richiesta della giunta delle autorizzazioni a procedere sul caso Ruby. L’esponente del Carroccio assicura che “c’è stato fumus persecutionis” e apprezza la disponibilità del premier a farsi giudicare dal suo giudice naturale. Lussana poi critica lo spreco di mezzi e strumenti per l’indagine: “Berlusconi ha ricevuto un’attenzione particolare da parte di certe procure da quando è entrato in politica”, sottolinea. “La Lega voterà a favore della proposta della giunta” per “farlo giudicare dal giudice naturale, che è il tribunale del consiglio dei ministri”.

Ore 18.31 – Buttiglione (Udc): “Premier si difenda, si dimetta e si scusi”
”Si difenda, signor Presidente, con energia e coraggio nel processo e non dal processo. O altrimenti dia le dimissioni, chiedendo scusa al popolo italiano”. Così Rocco Buttiglione , presidente dell’Udc, si rivolge al premier nel dichiarare il voto contrario del suo partito al parere della giunta per le Autorizzazioni, che sul ‘caso Ruby’ ha affermato l’incompetenza della procura di Milano.“E’ interesse del Capo del governo – prosegue – e di tutta la nazione fare al più presto chiarezza su questa brutta storia e noi chiediamo al Capo del governo di presentarsi al più presto ai giudici per fare chiarezza su di una vicenda che lede gravemente nel mondo la credibilità ed il prestigio della intera nazione italiana”. “La gente pensa che i politici fanno il bunga bunga invece di occuparsi dei problemi del paese, quasi irridendo ai tanti che soffrono, alle famiglie che hanno visto cadere il proprio tenore di vita, ai giovani che non trovano lavoro, a quelli che hanno visto scadere i propri contratti a tempo determinato e non li hanno visti rinnovati, a quelli che sono in cassa integrazione straordinaria e sanno che i loro posti di lavoro in realtà già non ci sono più”.

Ore 18.21 – Lo Presti (Fli): “Dopo il rilascio di Ruby, B. parlò con Mubarak?”
”Ma dopo che il presidente del Consiglio intervenne presso la questura di Milano per far rilasciare Ruby, telefonò a Mubarak per rassicurarlo sul fatto che la sua nipotina non correva più alcun pericolo?”. Questo, in sintesi, il quesito che si pone il finiano Nino Lo Presti, intervenendo nell’aula di Montecitorio sul caso Ruby. “Vorrei proprio vedere le prove che dimostrino che l’indomani mattina, il 28 maggio 2010, Berlusconi si sia premurato di chiamare subito a rapporto il ministro degli Esteri Frattini. Voglio proprio sapere – aggiunge – se poi abbia verificato che il consolato egiziano a Milano abbia preso in consegna la giovane nipote del presidente. E vorrei anche capire se, sempre il premier, abbia informato il capo dello Stato Giorgio Napolitano dello ‘scampato pericolo’”. “E invece non è successo proprio nulla di tutto ciò. Forse perchè – ironizza il deputano finiano – Berlusconi non è riuscito a trovare il ministro degli Esteri, impegnato in quei giorni a Saint Lucia? O perchè, invece, sapeva perfettamente che la minorenne non era la nipote del capo di Stato egiziano?”. Il fatto che la giunta per le autorizzazioni della Camera abbia voluto collegare la competenza del tribunale per i ministri allo svolgimento delle funzioni del presidente del Consiglio, che è intervenuto per salvare le relazioni con l’Egitto, costituisce, per Lo Presti, “un clamoroso autogoal”.

Ore 18.15 – Di Pietro: “B. prevarica per evitare giudice naturale”
“Ancora una volta il premier obbliga il Parlamento a occuparsi dei fatti suoi, anziché del Paese”. Lo ha detto Antonio Di Pietro nella dichiarazione di voto in aula sulla contro la proposta della giunta delle autorizzazioni in
merito al caso Ruby. Di Pietro ha denunciato che Silvio Berlusconi chiede “un atto illegale e incostituzionale, una prevaricazione: vorrebbe che il Parlamento si sostituisse al suo giudice naturale”. L’ex pm, in particolare, ha detto che “è un’offesa all’intelligenza” sostenere che rientri nelle funzioni istituzionali del premier fare “telefonate notturne in Questura” per aiutare una minorenne. Il leader Idv, prendendo atto che c’è un “Parlamento asservito che non riesce a trovare una maggioranza alternativa” ha esortato i cittadini a “uscire di casa” per partecipare alle manifestazioni programmate allo scopo di far capire al premier “l’inutilità e la dannosità del governo”.

Ore 18.14 – Tre deputati del Pd assenti per gravi ragioni di salute
Per gravi e documentate ragioni di salute che rendono impraticabile la loro presenza oggi in aula, saranno 3 i parlamentari del Pd assenti al voto sull’autorizzazione a procedere per la  perquisizione dell’ufficio di Giuseppe Spinelli, “tesoriere” di Berlusconi. Lo si legge in una nota dell’ufficio stampa del gruppo Pd della Camera.

Ore 18.10 – Belcastro (Ir): “No a giustizia che perseguita premier”
Elio Belcastro annuncia nell’Aula della Camera che il gruppo dei responsabili voterà a favore del rinvio degli atti alla Procura di Milano sul caso Ruby e se la prende con le “procure rosse” che tentano di far cadere il governo “per via giudiziaria”. Belcastro difende la cronista de ‘Il Giornale’ Anna Maria Greco che è stata perquisita per aver pubblicato degli atti secretati usciti dal Csm e torna ad attaccare i magistrati che combattono “una battaglia politica personalissima contro Berlusconi”. “Abbiamo l’obbligo morale di dire no e di dire basta con questi magistrati – sottolinea l’esponente dei Responsabili che spendono centinaia di migliaia di euro dei contribuenti per dar vita ad una clamorosa opera di spionaggio ai danni di Berlusconi”.

Ore 18.09 – Tabacci (Api): “B. irresponsabile, pagina di storia opaca”
Quello di Silvio Berlusconi è stato“un comportamento assolutamente irresponsabile. E il nostro Paese, per quanto mal ridotto, non merita di essere trascinato in un buco così nero, oggetto di ridicolo anche a livello internazionale”. Lo ha detto il deputato dell’Api Bruno Tabacci, nel dichiarare il voto contrario del suo partito al parere della giunta per le Autorizzazioni, che sul ‘caso Ruby’ ha affermato l’incompetenza della procura di Milano. “Berlusconi sbaglia a trascinare le istituzioni” in quella che Tabacci definisce “una delle pagine meno nobili e più opache della nostra storia politica e della nostra Repubblica”. E “ne porta intera la responsabilità”.
“E’ bene che i cittadini sappiano che li si vuole prendere in giro”, ha sottolineato il deputato dell’Api. “Berlusconi è tutt’altro che uno sprovveduto e sapeva benissimo” che Ruby non era la nipote di Mubarak, “ma si era spinto oltre”. I magistrati di Milano “devono proseguire le loro indaginì, ha concluso Tabacci. E l’Api farà un’opposizione “ancora più netta, non solo sotto un profilo politico, ma anche morale”.

Ore 17.22 – Ferrante (Pd): “Ruby nipote di Mubarak? No, B. temeva che lei parlasse”
“La tesi della presunta parentela di Ruby con il presidente Mubarak è risibile e inverosimile perché  Berlusconi non agì per salvaguardare il prestigio internazionale dell’Italia, ma per bassi interessi personali: aveva paura che la giovane minorenne potesse raccontare in questura delle sue partecipazioni alle serate nella villa San Martino di Arcore. Altro che funzioni istituzionali”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti interviene sul caso Ruby ricordando l’intervista del 28 ottobre in cui la giovane disse che proprio Silvio Berlusconi la invitò a dire in giro di essere la nipote di Mubarak così da poter giustificare uno sfarzoso stile di vita. “Dalle carte della Giunta – spiega Ferranti – non sappiamo quando Berlusconi disse questa cosa alla giovane, ma se questo invito avvenne prima del fermo, avremmo la dimostrazione che il premier era a conoscenza della sua reale identità. Se invece fu successivo avremmo la dimostrazione che in quel modo Berlusconi ha cercato di crearsi un alibi per aver avuto contatti e frequentazioni assidue con una minorenne. Comunque – conclude – cari colleghi della maggioranza, se credete veramente che Berlusconi era convinto di avere davanti a sé la nipote del presidente egiziano, beh, preoccupatevi, perché vuol dire che siamo davanti ad un capo di governo che può credere a qualsiasi cosa, che può essere ricattabile e che rappresenta un serio pericolo per la sicurezza nazionale”.

Ore 17.20 – Samperi (Pd): “B. non telefonò per funzioni istituzionali”
“La telefonata che Berlusconi ha fatto alla Questura di Milano non è certamente riconducibile all’esercizio di funzioni istituzionali del Presidente del Consiglio. Il premier ha agito per fini personali e non per difendere un preminente interesse pubblico o un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante”. E’ il giudizio della relatrice di minoranza, la democratica Marilena Samperi sul caso Ruby. “Pur non volendo entrare nel merito delle serate di Arcore – prosegue Samperi – non posso non giudicare con sdegno e riprovazione lo scenario squallido e desolante delineato dagli atti di indagine da cui emerge con certezza un quadro inquietante di serate ambigue e di una diffusa mercificazione dei rapporti umani e del corpo di giovani donne, anche minorenni. Dalle informazioni testimoniali, dalle perquisizioni effettuate e dalle intercettazioni telefoniche – osserva – emergono inoltre comportamenti opachi e torbidi che ruotano vertiginosamente attorno al presidente del Consiglio. Siamo davanti a fatti molto gravi che potrebbero addirittura mettere a repentaglio la sicurezza dello Stato”.

Ore 16.48 – Paola Concia (Pd) distruisce alla Camera ‘coccarde della dignità’ alle donne
Mentre i deputati del Pdl difendono a spada tratta Berlusconi, così come fa Iole Santelli, e quelli del Pd continuano a citare il “bunga bunga”, il deputato del Pd Paola Concia passa tra i banchi e distribuisce delle “coccardine bianche per difendere la dignità delle donne”. “Le sto distribuendo a tutti gli esponenti del centrosinistra – spiega Paola Concia raggiunta telefonicamente – e la indosseranno sia gli uomini sia le donne. Un gesto simbolico per continuare a difendere anche in quest’Aula la dignità di noi donne”.

Ore 16.33 – Bindi 8Pd): “Il caso non ha precedenti nel regolamento”
Il caso Ruby, sul quale ora l’aula della Camera si dovrà pronunciare, “non ha altri precedenti” nella storia regolamentare di Montecitorio. A sostenerlo è il vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, che in qualità di presidente dell’assemblea ha risposto alle osservazioni dei deputati del Pd, Roberto Zaccaria e Roberto Giachetti. Zaccaria, per primo, aveva sostenuto la tesi secondo la quale il regolamento della Camera consente alla giunta solo due alternative: respingere le richieste di autorizzazione provenienti dalla magistratura, oppure accoglierle. Quella di rinviare gli atti ai magistrati sostenendone l’incompetenza non sarebbe una possibilità prevista dal regolamento di Montecitorio. Rosy Bindi, però, interviene sostenendo che ci sono stati numerosi precedenti anche nelle scorse legislature di restituzione degli atti alla magistratura. Non ultimo quando si trattò di decidere sul caso di Cesare Previti. Giachetti concorda sul fatto che ci sia ormai una prassi consolidata su questo punto, ma ricorda che in tutte le altre questioni la decisione della giunta era stata praticamente presa all’unanimità, oppure con ampia maggioranza. Nel ‘caso Ruby’, invece, i poli sono profondamente divisi e questo costituisce senz’altro “un nuovo precedente”. “In tutti i casi in cui si è deciso di rinviare gli atti ai magistrati – sottolinea Giachetti – le ragioni erano molto diverse dal caso che stiamo discutendo oggi. A volte c’erano difetti procedurali e altre volte erano cambiate determinate condizioni giuridiche. Nel ‘caso Ruby’ di oggi, invece, non c’è nessuna giustificazione per il rinvio degli atti. Stiamo creando un nuovo precedente e questo è molto grave”. Rosy Bindi concorda: “E’ vero – ribadisce – sono d’accordo con lei, è un precedente del tutto nuovo”.

Ore 16.08 – Bossi: “Elezioni? Non penso, vediamo voto su Ruby”
“Non penso, Berlusconi vuole vedere il risultato delle votazioni di oggi” sulla vicenda Ruby. Così il leader del Carroccio Umberto Bossi ha risposto, rientrando alla Camera, ai giornalisti che gli chiedevano se dopo il pareggio sul federalismo si avvicinasse l’ipotesi di elezioni anticipate.

Ore 16.08 – Contento (Pdl): “Perché non allegati gli interrogatori di Ruby?”
”Una questione che davvero mi lascia perplesso è come mai la procura di Milano non abbia allegato agli atti gli interrogatori di Ruby …”. A sottolineare questa lacuna è il deputato del Pdl Manlio Contento che difende la decisione della Giunta per le autorizzazioni di rinviare alla procura di Milano gli atti con i quali i pm chiedevano di poter perquisire l’ufficio del ragioniere del premier, Giuseppe Spinelli. “La lettura dei quattro interrogatori di Karima el Marough – sottolinea Manlio Contento – avrebbe potuto aiutare la Giunta a farsi davvero un’idea di tutta questa vicenda. E invece sono state trasmesse solo le intercettazioni con gli insulti al premier”.

Ore 15.52 – Palomba (Idv): “Forse Ruby ha portato sfortuna a Mubarak”
Federico Palomba, relatore di minoranza in giunta per le autorizzazioni, interviene brevemente in Aula a Montecitorio scegliendo l’ironia. “Oggi -dice in un passaggio del suo discorso- lo zio di Ruby, Mubarak, ha qualche problema… Il fatto che Berlusconi abbia spacciato la giovane marocchina per la nipote dello stesso Mubarak magari ha portato scalogna al presidente egiziano”.Poi, Palomba si è rivolto alla maggioranza, chiedendo di respingere la richiesta della giunta per le autorizzazioni di rinviare le carte ai giudici milanesi: “Per salvarlo dal processo, lo consegnate al ridicolo. Salvatelo dal ridicolo e consegnatelo al processo”.

Ore 15.48 – Santelli (Pdl): “Fughe di notizie sì ma solo se gradite ai pm”
“Ancora una perquisizione a Matteo Brigandì? Quanto zelo da parte dei pm! Vorrei che qualcuno ricordasse che mai sia avvenuta in italia un’indagine così pervasiva ed aggressiva per una fuga di notizie. La morale da trarre è chiara: le notizie che possono uscire sono solo quelle che le procure gradiscono, i giornalisti e i giornali che possono scrivere solo quelli di complemento all’opposizione ed alla magistratura”. E’ quanto dichiara Jole Santelli, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera.”Quindi rivelare carte segrete se riguardano un magistrato è lesa maestà se riguarda i nemici un atto d’encomio. Nel primo caso i giornalista vince premi per la sua capacità nel secondo una persecuzione travestita dalla voga, ovviamente anche la presunta fonte è un eroe da santificare nel primo caso un pericolosissimo terrorista nel secondo. Questo -conclude Santelli- è nell’Italia della manettocrazia”.

Ore 15.31 – Aula Camera semideserta, vuoti banchi governo
Il vicepresidente della Camera AntonioLeone (Pdl) sta leggendo la sua relazione sul caso Ruby in un aula semideserta. Vuoti anche i banchi del governo. Sugli scranni destinati alla Lega siede solo il parlamentare Dario Dussin. Sta presiedendo l’assemblea il vicepresidente Rosy Bindi.

Ore 15.16 – Al via alla Camera discussione su perquisizioni
Ha preso il via, alla Camera, la discussione “della domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni nei confronti del deputato Berlusconi”. Ad aprire il dibattito è stato Antonio Leone, nei panni di relatore di maggioranza della Giunta per le autorizzazioni.     L’organismo di Montecitorio nell’ultima seduta aveva stabilito di proporre all’aula di restituire gli atti alla Procura di Milano, che aveva richiesto l’autorizzazione alla perquisizione, per difetto di competenza, che spetterebbe invece al tribunale dei ministri. La decisione finale verrà presa dall’aula, in un voto previsto per la serata.

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