Cocaina, sesso, soldi, ricatti, sogni, idoli politici. E tante, troppe bugie. Almeno nove. Le nuove carte inviate alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera aggiungono particolari a una quadro già piuttosto chiaro. Quello che ne emerge è un scenario desolante sul quale si muove un presidente del Consiglio del tutto fuori controllo e totalmente ricattato. Un premier che nonostante lo scandalo esploso a fine ottobre, ancora il 6 giugno organizza festini a villa San Martino, con oltre venti ragazze, tutte ospitate nella sala del bunga bunga con il solito Emilio Fede e l’amico Apicella. Il premier va avanti. Toni e spartiti non cambiano. Anzi si aggiungono particolari: c’è una nuova minorenne, un nuovo depistaggio, altre bugie. Vediamole.

Almeno nove bugie

La prima: il Cavaliere dice di non aver mai fatto sesso con Ruby. Particolare smentito da diversi documenti. A raccontare la versione opposta ci sono intercettazioni, sms e testimonianze dirette. Seconda: per B. è la stessa Ruby a scagionarlo. In realtà, fin da subito la marocchina svela il bunga bunga. E continua a farlo anche durante un interrogatorio fantasma andato in scena il 6 ottobre. Davanti la ragazza ha Lele Mora e un misterioso emissario del premier. Terza: dice di aver chiamato una sola volta in Questura. In realtà le chiamate agli uffici di via Fatebenefratelli sono diverse. Non solo: è lui a far girare “la balla” (così la definirà il questore Vincenzo Indolfi) della nipote di Mubarack. Al termine di quella notte, Ruby verrà affidata illegittimamente a Nicole Minetti. Quarta: nel suo primo discorso pubblico, dopo lo scandalo, racconta della 28° persecuzione giudiziaria. In realtà è la 16°. Dalla conta, poi, emergono tre assoluzioni. Quinta: il premier racconta di essere spiato dal gennaio 2010. Lui in realtà non è mai stato spiato né intercettato. Sotto la lente degli investigatori sono finiti invece i cellulari delle ragazze. Sesta: nessuna violazione della sua casa come ha detto più volte il presidente del Consiglio. Le indagini degli investigatori si sono sempre fermate fuori dai cancelli di villa San Martino. Settimo: per bocca dei suoi legali ha fatto sapere che “i magistrati di Milano sono incompetenti”. Dottrina e giurisprudenza danno, invece, ragione alla procura. Ottava: il Cavaliere punta il dito contro i metodi della polizia. Dice: “Ragazze maltrattate”. Il quadro viene smentito dagli stessi poliziotti. Ma anche dal tesoriere di Arcore Giuseppe Spinelli: “Poliziotti garbati”. Nove: “Mai pagata una donna”. Inverosimile, intercettazioni e testimonianze, rivelano il contrario. Il pagamento è uno dei motivi principali per cui le ragazze frequentavano la villa di Berlusconi.

La coca, l’auto e la denuncia

Il 3 agosto scorso il fidanzato di Marysthell Polanco viene fermato a bordo di una Mini cooper. Addosso gli uomini della Finanza gli trovano oltre un etto di cocaina. A bordo c’è Carlos Ramirez de la Rosa e un altro uomo. Dopo il fermo, la perquisizione si sposta in via Olgettina. Qui, nel garage della Polanco, saltano fuori oltre tre chili di cocaina (altri nove verranno trovati in un altro appartamento). De la Rosa va in carcere. Sarà condannato a 8 anni. Ma che succede i giorni successivi all’arresto? Lo rivelano le intercettazioni. Da queste emerge un dato inquietante. L’invito del premier alla Minetti di dire il falso. Il consiglio del Cavaliere è infatti quello di denunciare la scomparsa dell’auto. E’ una bugia evidente. La Mini cooper la Minetti l’ha prestata all’amica Marysthell. Il consigliere regionale, infatti, è in vacanza. Lei non seguirà il consiglio, convinta (e in effetti sarà così) di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti. Racconta l’ex igienista dentale di Berlusconi: “A un certo punto, ero a cena, mi chiama la Barbara Faggioli e mi dice che lui (Berlusconi,ndr) l’ha chiamata e le ha detto chiama subito Nicole e dille che deve denunciare la scomparsa dell’auto” . Il Cavaliere richiama la Minetti. “Lui mi chiama e mi dice: guarda che mi ha chiamato un giornalista e mi ha detto ch è successo questo e questo, che hanno fermato un individuo sulla tua macchina con degli stupefacenti e che non è la prima volta. Subito fai questo, subito…“.

Allarme Ruby, già il 17 ottobre

L’auto, la droga, il garage. In fondo sono particolari. Perché il vero scandalo è Ruby e le sue confessioni, il cui contenuto è noto ai protagonisti di questa storia già il 17 ottobre, vale a dire dieci giorni prima che la notizia deflagrasse sui giornali. Spiega la Minetti all’amica Polanco: “Lui me lo ha detto, è per questa perché è successo un po’ un casino… perché ‘sta stronza della Ruby… Ma comunque guarda che io oggi vado da quello che la segue… praticamente mi dice tutto quello che lei ha detto alla sua amica”. La notizia gira tra le ragazze che ne parlano al termine dell’ennesimo festino. Sempre il 17 Minetti chiama Emilio Fede. “Io sono qua in questo preciso momento da Luca Giuliante che ti saluta”. Fede: «Ah sì, eh, per quella vicenda lì, eh… La sto seguendo anch’io su un altro fronte». Minetti: «Eh immagino… c’è da mettersi le mani nei capelli». Fede concorda: «Sì, c’è da mettersi le mani nei capelli… Eh io parlo… ti dico subito… ci sono… nell’entourage tre telefoni sotto controllo da parte…». Minetti: «Ah sì?». Fede: «Sì, sì, poi ti dico. Io non ho avuto notizie, ma lui stasera mi aveva accennato che ci vedevamo stasera (…) No, gli devo parlare assolutamente… per fortuna ho trovato delle strade…”.

Politica modello Carfagna. “Tanto pagano i cittadini”

Dalle carte, poi, emerge dell’altro. Emergono i sogni politici di Nicole Minetti e Barbara Faggioli. Le due ne parlano spesso. Riflettono sulla crisi politica del momento e sulla possibilità di andare alle urne in dicembre. Le due pensano al Parlamento. Dopodiché la Minetti riassume: “Litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fianco a te, a quello dietro”. Eccolo qua il suo manifesto politico. L’argomento viene poi sviscerato con Barbara Faggioli. Minetti: “Quando ho parlato con lui a me m’ha detto, l’ultima volta che m’ha chiamato e m’aveva chiamato per far farmi i complimenti perché tutti gli dicevano che ero bravissima e tutte ste cose, ha detto: oh, mi raccomando eh! Cioè, allora, sei dei miei, di qua di là”. Faggioli: “Sì, anche a me l’ha detto, ma non pensare. Anche a me me l’ha detto davanti alla Rosi, a Maria Rosaria Rossi. Te lo giuro”. Minetti: “Boh, non lo so, Giancarlo m’ha detto mmm devi vedere, devi aspettiamo vediamo. Comunque meno male un po’ di gavetta l’ho fatta”. Faggioli: “Eh va be’, ma non vuol dire”. Minetti: “Beh, insomma. Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più. Faggioli: “Ma stai scherzando?”. Minetti:” Cosa?”. Faggioli: “Prima di diventare Ministro è stata un anno in Parlamento amore!”. Minetti: “Certo, un anno”.

Per fare politica, poi, bisogna scegliere: Roma o Milano? La Minetti non ha dubbi: “Perché io sto troppo bene lì a Milano! Ba, chi cazzo me lo fa fare? Pensaci. Alla fine guadagnerei uguale, perché guadagni duemila euro in più. Chi se ne frega per duemila euro. Io me ne sto lì dove sono. Tanto poi io sto da Dio lì. C’ho la mia casa, la mia palestra, c’ho il mio fidanzato. Figurati!”. E comunque sia il loro destino dipende tutto da quello di Berlusconi. “Cade lui, cadiamo noi”. Minetti: “Dipendi sempre da qualcun altro cioè, un domani, succede un cazzo, un altro a me mi schiacciano”. Barbara: “A lui gli fa comodo capito? Mettere no… a lui, no, a lui gli fa comodo mettere… Nicole: “Barbi a me mi scacciano via dal Consiglio…”. Barbara: “Ascolta… a lui… gli fa comodo mettere me e te in Parlamento, perché dice, bene, me le son levate dai coglioni, le pagano lo stipendio lo Stato”. Nicole: “Sì brava! Brava! Sì sì”. Barbara: “I cittadini no?”.

Ricatti, ricatti, ricatti. “Partiamo cattive”

Il punto era stato già messo sul tavolo dalle gemelline De Vivo. Dicevano di Berlusconi: “E’ un vecchio, è più di là che di qua”. Loro giovani, giovanissime. Gli altri, ultrasettantenni, un po’ tristi, un po’ arrapati. Niente di meglio per spillare denaro, regali, gioielli. Se poi davanti hai uno degli uomini più ricchi del mondo, la conclusione è quasi chiamata. Eppure non sempre va bene. In alcuni casi, il ragioniere della famiglia Berlusocni, tira la cinghia, prova a fare la morale alle ragazze: “Questi soldi un operaio li guadagna in cinque mesi”. Ma le parole di Giuseppe Spinelli non piacciono. “Cioé, scusami – dice Aris – se volevo fare il muratore andava a farlo, oppure a fare l’operaio”. Le confessioni tra le ragazze proseguono. Hanno qualche dubbio. Quelle feste in fondo, e lo abbiamo capito, hanno ben poco di normale. La Minetti dice: “Anche io sai quanto è che non vado? Saranno stati due mesi, guarda sto schifoso porca puttana. Ma vaffanculo, dopo tutto quello che è successo questa sera ho detto dai e invece un par di palle!”.   Insomma, lì è uno schifo. Ma il gioco vale comunque. La Ruby, infatti, si è “presa sessanta”. Il tono, alla fine, lo dà Marysthell Polanco: “Va bene, amò, bisogna partire cattive comunque, perché non va bene così, quando non va bene un cazzo”

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