“Porteremo il caso alla Corte internazionale dell’Aia”. Parole del ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato dal Corriere della Sera. “La decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti – si legge – rappresenta “un precedente gravissimo che potrebbe influire sul destino di tanti latitanti” e l’Italia non lascerà “nulla di intentato”. Parole che non fanno retrocedere d’un passo il Brasil. Nel pomeriggio, il neo ministro della giustizia, Josè Eduardo Cardozo, ha detto di “non aver alcun dubbio” sul fatto che il ‘no’ all’estradizione di Cesare Battisti deciso dall’ex presidente Lula sia stata una decisione “corretta”. Lula ha agito “in stretta consonanza con il nostro diritto e con quanto aveva manifestato il Supremo Tribunal Federal”, ha detto Cardozo, precisando di essersi convinto “dopo aver letto il parere dell’Avvocatura generale dello Stato”, che ha consigliato Lula di lasciare Battisti in Brasile.

Non credo che possa compromettere i nostri rapporti di profonda amicizia con l’Italia. Gli italiani – ha sottolineato – sono nostri fratelli”. “Non c’è alcuna ragione per la quale la decisione di Lula possa essere contestata dal punto di vista della sua validità giuridica”, ha detto ancora il nuovo ministro della giustizia. Il ministro brasiliano non ha fatto riferimenti diretti alla lettera del capo della diplomazia italiana recapitata dall’ambasciatore italiano poco prima di lasciare il Brasile, “richiamato in Patria per consultazioni”. Lettera in cui Frattini ribadiva “la ferma determinazione del governo italiano ad esperire tutte le possibili vie legali per ottenere l’estradizione di Battisti”, e “l’auspicio” che “il nuovo Presidente possa rivedere la decisione del suo predecessore ed uniformarsi alla sentenza del Tribunale Supremo Brasiliano”.

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