Nel decreto Milleproroghe appena varato dal Consiglio dei ministri manca la proroga più attesa, quella relativa alla norma che consente l’applicazione degli oneri di urbanizzazione fino al 75% in parte corrente dei bilanci comunali.

Praticamente, una rivoluzione!

E mentre sale lo starnazzare dei sindaci offesi, feriti, furiosi contro il Governo, urge qualche piccola, pacata, riflessione.

Grazie a questa norma reiterata di anno in anno il nostro Paese è stato invaso da colate di cemento, che si sono tradotte in capannoni vuoti, squallidi quartieri dormitorio, periferie grigie, mobilità insostenibile, viadotti, parcheggi, outlet, ipermercati, e tutto il marcio che vediamo ogni giorno, affacciandoci ad un qualunque finestrino di treno.

Gran parte di tutto ciò è stato reso possibile grazie (a causa!) proprio degli oneri di urbanizzazione, che fino a non molto tempo fa potevano essere applicati solo in parte ad investimenti e che negli ultimi anni i sindaci di quasi tutti i comuni italiani hanno invece utilizzato per far funzionare un nido, offrire assistenza agli anziani, organizzare la sagra delle anguille, ecc.

Cemento in cambio di quattrini, senza i quali gran parte delle pubbliche amministrazioni sarebbe oggi in default finanziario. Terreno vergine, fertile, barattato a speculatori e palazzinari per fare una piscina nuova, un parco pubblico, creando consenso di cartone (e di mattoni…) ad ogni consiliatura…

Ma finalmente ecco spuntare un briciolo di buonsenso, per una volta piovuto dall’alto, francamente inaspettato e clamoroso, nel suo essere rivoluzionario.

Dal primo gennaio 2011 tutto ciò non sarà più possibile. Tutti i bilanci di previsione degli 8.101 comuni italiani non potranno più contare sul 75% di oneri in spesa corrente. Ciò che noi diciamo e rivendichiamo da tempo, come Comuni Virtuosi, come campagna Stop al consumo di territorio, come comitati e movimenti e associazioni ambientaliste.

Ed ecco che invece di plaudere al governo, per una scelta che consegnerà una volta per tutte ai nostri amministratori la possibilità e libertà di scelta (tolto il ricatto-droga degli oneri) di se e come e quando trasformare nuovo terreno agricolo in edificabile, si levano da più parti (destra e sinistra in coro) proteste e lamentele, accuse e reclami…

Dal sindaco del più piccolo comune di provincia al Chiamparino presidente dell’Anci: tutti ad annunciare disastri, a seminare panico tra i cittadini e l’opinione pubblica locale e nazionale. “Senza oneri chiuderemo i nidi, fermeremo gli scuolabus, dimezzeremo i sussidi…”.

Senza oneri, diciamo noi, ci sarà spazio per mettere in campo la fantasia, la curiosità, la sobrietà e il buonsenso.

Senza oneri, diciamo noi, sindaci e assessori dovranno con le spalle al muro re-inventarsi altre strade, decisamente più virtuose, per tenere in piedi i bilanci, far funzionare i servizi, offrire risposte ai cittadini.

E’ possibile, perché è già stato fatto: Cassinetta di Lugagnano (MI), Solza (BG), Camigliano (CE), sono lì a dimostrarlo. E i tanti altri comuni che in questi anni hanno tagliato costi e spese facendo efficienza energetica, introducendo la raccolta domiciliare porta a porta, evitando spese inutili…

La speranza è che questa scelta del Governo non si trasformi nella conversione dal decreto in Legge in qualcosa d’altro: insomma, abbiate la forza di tener dritta la barra, non cambiate idea, non fate marcia indietro nonostante le polemiche e le pressioni che riceverete nelle prossime settimane da sindaci e governatori, impresari e forze politiche.

Un’ultima cosa: un grazie di cuore al Governo Berlusconi, lo dico senza ironia!

Per approfondire:
http://www.stopalconsumoditerritorio.it
http://www.comunivirtuosi.org

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