Partono da palazzo Campana e si dirigono verso palazzo Carignano gli studenti di Torino. Alcuni sono vestiti da Garibaldini. Un gruppo entra nel palazzo che fu la sede del primo Parlamento italiano e avviano simbolicamente le procedure di approvazione di una riforma alternativa a quella del ddl Gelmini in discussione al Senato.  Il corteo riparte con in testa la bandiera tricolore e uno striscione che recita: “La riforma di qua non passa. Gli atenei saranno il vostro Vietnam”. Con gli slogan “Università pubblica” e “Articolo 34 della Costituzione, a tutti è garantita la pubblica istruzione”, i manifestanti bloccano via Po, passano davanti alla sede della Rai. Poi occupano, come già accaduto il 25 novembre, la Mole Antonelliana, edificio simbolo della città. In giro per la città altre “proteste a sorpresa”, come annunciato nei giorni scorsi. Vengono lanciati ortaggi contro la sede del Pdl in corso Vittorio. E ancora, farina e uova contro la sede della banca Mediolanum. Davanti alla libreria Mondadori vengono srotolati due striscioni con scritto: “Questo governo è fumo negli occhi” e “Voi in Senato, noi nelle piazze”. Alcuni cori rispondono alla lettera di Roberto Saviano agli studenti: “Saviano fatti i fatti tuoi, alla riforma ci pensiamo noi”. Servizio di Alberto Puliafito

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