“Berlusconi non vuole governare, vuole rimanere a palazzo Chigi perché per lui è vitale finché c’è il legittimo impedimento”. Lo dice Gianfranco Fini, ospite della trasmissione domenicale di Raitre In 1/2 Ora. “Berlusconi è del tutto insensibile agli interessi nazionali”, continua Fini che assicura: “Da mercoledì Fli sarà a tutti gli effetti forza di opposizione nell’ambito del centrodestra”. Secondo il presidente della Camera, il governo non otterrà la fiducia e per il post-Berlusconi serve un esecutivo di centrodestra, magari guidato da Giulio Tremonti: “E’ il ministro cardine dell’attuale governo, ma io non ne faccio una questione relativa al nome, ne faccio una questione relativa al programma”.

Riferendosi alla lettera delle ‘colombe’ Moffa e Augello che hanno tentato ieri una mediazione tra Pdl e Fli, Fini taglia corto: “La leggerezza di alcuni amici di Futuro e Libertà è di non aver capito che siamo arrivati al dunque – spiega il presidente della Camera – Le colombe di Fli che hanno promosso il documento di mediazione si sono mosse in buona fede, ma alla fine il gruppo parlamentare non si dividerà e voterà compattamente”. Fini è fiducioso sulla tenuta del suo gruppo e promette: “Se Berlusconi ottiene la fiducia con dieci voti in più, mi dimetto”.

Dopo le parole di Fini, la crepa all’interno di Futuro e libertà comincia ad allargarsi. Silvano Moffa si smarca in due tempi. Prima una dichiarazione battuta dalle agenzie: “Prendo atto che il presidente Fini ha praticamente bollato come tardiva e inutile l’iniziativa che con altri parlamentari di Fli e del Pdl avevo assunto al solo scopo di offrire una possibile via di uscita dalla crisi politica nell’interesse del Paese”. Poi, addirittura, una telefonata con il “nemico”. Durante una pausa della trasmissione di La7 “In Onda”, Moffa chiama Maurizio Gasparri dicendo: “Domani non andrò alla riunione dei finiani”. E’ la conferma di una strategia per smarcarsi dai compagni di gruppo. Una scelta che potrebbe finire per coinvolgere altri cinque parlamentari finiani, incerti sulla sfiducia al governo. Tripudio di Gasparri che, sempre fuori onda, commenta: “Silvano è un politico a tutto tondo, ha cercato fino all’ultimo di evitare che Fini facesse una follia. Adesso con questo gesto di responsabilità ritorna a tutti gli effetti nel Pdl”.

In ogni caso le parole pronunciate nel pomeriggio  da Fini, che considera “giusta” l’azione della magistratura sulla compravendita, hanno irritato Berlusconi. “Fini non vuole nessuna trattativa: sa solo insultarmi e questo dimostra che il suo unico obiettivo è quello di eliminarmi”, commenta il presidente del Consiglio secondo fonti del centrodestra. In serata è arrivata la smentita del sottosegretario Paolo Bonaiuti: “Il Presidente ha visto di sfuggita appena due minuti della trasmissione. Nessun commento quindi e tanto meno in quei termini”.

Nelle ore che precedono il voto di fiducia, si è fatto sentire anhe Pier Ferdinando Casini, che ha chiesto a Berlusconi le dimissioni, “l’unica cosa seria, che evita una ridicola conta”. A giudizio del leader dell’Udc, infatti, “non si tira a campare quando il Paese va a fondo”.

Dopo giorni di incertezza, Marco Pannella ha annunciato che i sei deputati Radicali voteranno la sfiducia: “Sfiduciare è sfiduciare specificamente e istituzionalmente il governo, ma è sfiduciare anche tutto il Regime, con le sue maggioranze e con le sue opposizioni”, dice lo storico leader ai microfoni di Radio Radicale.

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