Cultura

Il ritorno del Muro di Roger Waters
tra mito e attualità

di Valerio Venturi

roger watersLe quattro date milanesi ad aprile sono già tutte esaurite, ma spunta una nuova data il 6 luglio ad Assago (MI)

Milano – Da quando il genio creativo dei Pink Floyd ha deciso di riportare in scena le canzoni di “The Wall” – storico concept album cui seguirono una serie di elefantiaci live ed un film – è partita una furibonda caccia al biglietto. Il ”The Wall tour 2010”, inaugurato in settembre a Toronto, è un susseguirsi di sold-out: anche a Milano, dove sbarcherà in aprile, già c’è carestia di biglietti. In effetti l’evento è unico: erano vent’anni che l’artista non proponeva con progettualità le canzoni di quell’album.

Era il 1979 quando Waters scrisse per i Pink Floyd questo ellepì-capolavoro, in cui melodie e testi si fondono in un insieme suggestivo e irripetibile. I tanti temi affrontati nelle liriche si susseguono in un crescendo cronologico che spazia dalla morte in guerra del padre, all’opposizione all’educazione scolastica tradizionale, all’incomunicabilità nei rapporti di coppia, fino alla follia… Il successo fu enorme, grazie ai live (pochi) e all’uscita, nel 1982, della trasposizione cinematografica di “The Wall” di Alan Parker con Bob Geldof, vera “colonna visiva” dell’ellepì. Roger Waters tornò sui palchi con il suo capolavoro qualche anno dopo, da solista, proponendo uno storico concerto a Berlino per la caduta del muro che divideva la città.

Ora, trent’anni dopo, Waters ha trovato nuove motivazioni per tornare in scena. Per i maligni, forse aveva bisogno di fare cassa. Lui ha spiegato l’attualità del progetto così: “Trent’anni fa, quando scrissi ‘The Wall’, ero un giovane uomo impaurito. Nel corso degli anni ho cominciato a pensare che forse la storia della mia paura e delle mie perdite, con l’inevitabile residuo vergogna che l’accompagna, offre un’allegoria di più ampio respiro: nazionalismo, razzismo, discriminazione sessuale, religione, qualunque cosa! Tutti questi problemi e questi ‘ismi’ sono spinti dalle stesse paure che hanno informato la mia gioventù“. Ed ancora: “Quando uscì ‘The Wall’ eravamo alla fine della Guerra del Vietnam, mentre ora siamo proprio nel mezzo delle guerre in Iraq e Afghanistan, quindi c’è un potentissimo messaggio contro la guerra. C’era allora e c’è ancora oggi. Questa nuova produzione è un tentativo di stabilire dei paralleli, illuminare il difficile frangente in cui viviamo attualmente, ed è dedicata a tutte le vite innocenti perdute in tutti questi anni.

Waters ha poi aggiornato lo show sviluppando nuove e dinamiche grafiche video per illustrare la storia e le canzoni. Per il live è stato predispoto uno schermo gigante da 743 metri quadrati. Tantissimi gli effetti speciali e gli elementi scenografici. In attesa di scoprire un disco prodotto negli anni zero che valga almeno la metà di “The Wall” – è una provocazione? – tuffiamoci nel passato-sempervirens.

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