Il Carroccio non ci sta. E adesso minaccia querele contro chi osa parlare dei rapporti mafia-politica nel Nord Italia. Dopo la querelle Maroni-Saviano, oggi tocca a Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia e Giulio Cavalli, attore sotto scorta per avere denunciato le ‘ndrine lombarde e consigliere regionale Idv. Nel mirino la puntata di ieri de l’Infedele, il programma di la 7 condotto da Gad Lerner. “Io Neo-Saviano? Ho soltanto il gusto di raccontare ciò che è sotto gli occhi di tutti senza scendere a compromessi”.

Boni la accusa di farsi pubblicità sulle spalle delle istituzioni. E conclude che non vuole un “Neo-Saviano” in Consiglio.
Ognuno ha i suoi eroi. Qualcuno ha Mangano, qualcuno ha i Longobardi. Invece qualcun altro, più che avere Saviano come modello, ha il gusto di raccontare ciò che è sotto gli occhi di tutti senza scendere a compromessi.

Ma cosa è successo ieri a L’Infedele?
Ma cosa è successo…. Boni si rifà a una dichiarazione che io non ho detto.

Cosa fa, si rimangia le parole?
La frase che io ho detto è questa: “La ‘ndrangheta nomina e fa riferimento a uomini politici, più o meno consapevoli, all’interno delle Amministrazioni locali e del Consiglio regionale”.

Forte, no?
Ma è ridicolo. Questa cosa non è Cavalli a dirla. Ma l’operazione “Infinito”. Ci sono le carte dei magistrati con nomi e cognomi di tutti coloro che hanno avuto rapporti con le cosche locali. E’ un’assurdità, perché si sa benissimo anche chi ha fatto campagna elettorale per chi.

Ma secondo lei, allora, perché Boni se l’è presa?
Lui non avrà neanche visto la puntata. Io mi auguro che finisca questo eccesso di difesa da parte della Lega. Capisco che è un momento duro per loro. Ma almeno prima di attaccare si ascolti ciò che si dice. Ieri, in puntata ho affermato: “Attenzione in Lombardia non c’è nessun partito al Nord scevro di rapporti con le ‘ndrine lombarde”.

Quindi il presidente del Consiglio lombardo ha esagerato.
Ma certo. Qualche amico, anzi, vedendo la puntata mi ha detto che ho troppo difeso la Lega. Sul caso dello scioglimento per infiltrazione mafiosa del comune di Desio ho detto, per esempio, che la Lega è stata fondamentale. Quindi è una follia.

Boni oggi vuole sapere, cito testuale: “Perché è rimasto in aula sette mesi al fianco di quelli che lui considera consiglieri eletti con i voti della ‘ndrangheta”.
Una dichiarazione ridicola: uno degli obiettivi della politica, secondo me, deve essere proprio quello di fare entrare nei palazzi del potere uomini che hanno una condotta inattaccabile. Sono questi che devono occupare le poltrone e toglierle a chi ha seri problemi etici, morali, giuridici. Ma ho una proposta per Boni e per tutta la Lega.

Dica.
Sabato al Pirellone c’è un convegno organizzato proprio dalla Lega sulla mafia al nord. Ci sarà Boni e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Chiedo di essere invitato alla travola rotonda per potere discutere faccia a faccia e pubblicamente, delle nostre diverse visioni sulla mafia al Nord. Certi eccessi di difesa rischiano di alimentare un sentimento, già forte tra cittadini, di allontanamento dalle istituzioni. É una questione di credibilità.

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