Mara Carfagna, Ministro delle Pari Opportunità, lamenta un eccessivo maschilismo nei suoi confronti, riguardo ai suoi ultimi “turbamenti” che l’hanno portata a un passo dall’uscita dal Pdl e dal voltare le spalle a Silvio Berlusconi che, però, prontamente, l’ha ricondotta all’ovile.

In quest’ultimo periodo, devo dire, la signora Carfagna, mostra grandissime doti intuitive. Prima si è accorta, dopo anni di “distrazione”, che nel suo partito, quello che l’ha fatta eleggere “senza se e senza ma”, c’è Nicola Cosentino il cui nome, da tempo, viene associato a quello di gentili signori che, sempre i cattivi anti-berlusconiani, definiscono esponenti di spicco della camorra. Improvvisamente, dunque, la signora Carfagna si accorge che la situazione nel suo partito non è proprio cristallina a proposito di legalità, tanto da parlare di “guerra tra bande dove vige prepotenza e arroganza” e affermare che “Nel Pdl mi impediscono di battermi per la legalità”. Cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare e che nemmeno Assange avrebbe avuto il coraggio di rilevare.

Ora, sempre la signora Carfagna, di cui adoratori incalliti conservano ancora le foto sexy che ne mettono in rilievo “l’aspetto gradevole”, si accorge di vivere in una società di maschilisti. Stupefacente, soprattutto da parte di un ministro delle Pari Opportunità che sta lì, lo dice la parola, anche per garantire alle donne le stesse opportunità degli uomini, visto che ciò non avviene sempre “spontaneamente”.

Mi aspetto che fra poche settimane la signora Carfagna dichiari, con fare incerto ma ottimista, che è Natale e che ciò significa anche che sta per finire l’anno.

Ora, premettendo che sono ovviamente invidiosa perché il mio aspetto è di gran lunga “meno gradevole” di quello della Ministra, mi chiedo perché, essendo donna, dovrei provare, secondo molte altre donne, “simpatia” (nel senso greco del termine come “condividere emozioni”) nei suoi confronti. Mi spiace ma proprio perché donna, non riesco a farlo.

A me importa davvero poco se lei abbia posato per un calendario sexy o fatto la soubrette, pur ricordando che anche qui negli Usa, il senatore Scott Brown è stato “messo in croce” per una sua foto osè apparsa sulla copertina di un giornale molti anni fa. Ritengo, però, che proprio in un mondo in cui le donne hanno ancora tanta difficoltà a fare carriera e continuano ad essere escluse da tanti ambienti, una persona con la storia di Mara Carfagna non “aiuti” perché resta il forte dubbio (e ho detto dubbio perché ho paura che chiami anche me “poveraccia o vaiassa”) che la sua posizione sia stata raggiunta proprio facendo leva sui principi fondanti del maschilismo più bieco.

Sono andata a rileggermi, su Wikipedia, un po’ di biografie di donne che nelle stanze del potere, come la signora Carfagna, ci sono arrivate. Ho letto di Sonia Sotomayor, di Elena Kagan, di Hillary Clinton, di Michelle Obama, di Condoleeza Rice.
E poi ho letto di Mara Carfagna e ho trovato questo “Nel luglio 2008 la dirigente del Popolo della Libertà Margherita Boniver parla al quotidiano La Repubblica dell’esistenza di intercettazioni telefoniche su conversazioni «private» contenenti «di tutto e di più». Pochi giorni dopo, il giornale argentino El Clarín cita l’articolo di Repubblica aggiungendo dettagli espliciti: tra il Presidente del Consiglio e la neoeletta ministro delle Pari Opportunità vi sarebbe stato un colloquio riguardante prestazioni di natura sessuale e nella fattispecie un rapporto di sesso orale. Le affermazioni vengono riprese anche dalla rivista Maxim, che parla direttamente di «report sul fatto che la sua immediata ascesa politica sia stata alimentata da favori sessuali al primo ministro Silvio Berlusconi”.

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