La posizione diplomatica dell’Italia nella guerra tra Russia e Georgia. Ecco le dichiarazioni fatte dal Premier, Silvio Berlusconi e dal ministro degli Esteri, Franco Frattini

10 agoto, Silvio Berlusconi: “Auspico che l’esercito russo limiti le operazioni in Ossezia del Sud e che la palla torni alla diplomazia. Se non si fermano le armi sarà impossibile riprendere a parlare. Bisogna fermare subito le violenza e dare ossigeno alla martoriata popolazione civile dell’Ossezia”.

12 agosto, Franco Frattini: “Per fare la differenza è necessario che l’Europa rimanga unita, cioè che non si crei un gruppo antirusso e uno filorusso”.

13 agosto, Franco Frattini: “Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, su richiesta dei partner internazionali, ha svolto un significativo ruolo di facilitatore, anche in virtù dei suoi rapporti personali con il primo ministro russo Putin. Un impegno tradottosi in ripetuti contatti fino al momento dei colloqui di Mosca e Tbilisi.

15 agosto, Silvio Berlusconi: ”Sono stati giorni impegnativi. Putin mi diceva: parla con Bush. E Bush mi diceva:’Parla con Putin’. Alla fine abbiamo ottenuto un risultato importante”. E’ il punto della attività dipolmatica fatta dal premier in un’intervista a “Il Giornale”.

21 Agosto, Silvio Berlusconi
: ”Grazie a Dio il mio amico Putin mi ha ascoltato. Altrimenti col cavolo che i carri armati russi si sarebbero fermati a quindici chilometri da Tbilisi. Abbiamo evitato un inutile bagno di sangue”. Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso di un’intervista al settimanale Tempi, a proposito della crisi in Georgia.

28 Agosto, Silvio Berlusconi: “Ho lavorato e sto lavorando per trovare una soluzione. In Europa ed Occidente c’è una situazione di contrapposizione difficile con la Russia sulla quale ho lavorato e lavorerò. Il male peggiore è che l’occidente sia diviso. Mi sto dando da fare perché la crisi sia risolta, spero si possa arrivare a soluzioni di buon senso”.

28 Agosto, Silvio Berlusconi: ”Non commento, sono in contatto continuo con tutti”. Così il premier in merito alla posizione della Francia che ha ipotizzato delle sanzioni nei confronti della Russia.

1 Settembre, Silvio Berlusconi:  ”Bisogna assolutamente evitare che la crisi del Caucaso diventi la miccia per il ritorno alla guerra fredda. Spero che ci sia concordia nel decidere di non dare sanzioni alla Russia”.
– “La presenza delle truppe russe in Georgia in questo momento non è una presenza offensiva ma di sicurezza. Io in particolare che sono amico di tutti, ho cercato e sto cercando di gettare acqua sul fuoco, per arrivare a soluzioni equilibrate che tutti possano accettare”.
– Settembre, Silvio Berlusconi: “Il messaggio chiaro e non ambiguo lanciato dai 27 sta producendo risultati. Il punto numero cinque del piano di pace –
il ritiro delle forze russe dal territorio georgiano – sembra in
via di attuazione”.

6 Settembre, Silvio Berlusconi dopo un colloquio con Putin: ”L’Italia auspica l’attuazione piena dell’accordo in sei punti sul conflitto russo-georgiano.

11 Settembre, Silvio Berlusconi:
“Grazie all’impegno dell’Italia, l’Unione europea ha sì deplorato l’azione della Russia ma non ha imposto sanzioni che avrebbero portato conseguenze estremamente negative. La Federazione russa ha forse risposto in modo forte all’aggressione da parte della Georgia, fatto che è costato molte vite umane, ma grazie all’intervento dell’Italia, il Consiglio europeo ha deplorato l’azione della Russia senza interrompere la collaborazione fra l’Ue e la Russia e il partenariato speciale evitando un grande rischio non solo per l’Unione europea ma per il mondo intero”.

8 Ottobre, Silvio Berlusconi alla Festa del Pdl: “La reazione di Putin è stata logica contro un Presidente (Mikheil Saakashvili, ndr) che si è macchiato di gravissimi fatti di sangue”.

La guerra tra Russia e Georgia
L’8 agosto la Georgia attacca Tskhinvali, capitale della regione separatista dell’Ossezia del Sud. La Russia reagisce invadendo il territorio georgiano. Tblisi invoca il cessate il fuoco, ma i russi avmzano. Il 12 agosto i russi si fermano a 35 chilometri da Tblisi. Il presidente russo Medvedev firma la tregua con il georgiano Saakashvili. Il 19 agosto la Nato no usa i toni duri che Stati Uniti e Gran Bretagna avrebbero voluto e adotta la linea più conciliante: “Deplora” l’uso sproporzionato della forza, “auspica” un ritiro immediato delle truppe, “richiama” la Russia agli impegni presi. Il 22 agosto Mosca sospende la collaborazione militare con la Nato. Il 26 agosto Medvedev riconosce ufficialmente l’indipendenza autoproclamata da Ossezia e Abkhazia: “In caso di attacco presenteremo l’aiuto adeguato”, torna a dire il presidente Medvedev. Il 2 dicembre il lungo silenzio seguito alla guerra in Georgia viene interrotto: Nato e Russia riprendono a negoziare.

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