Alla fine la stretta sulle televisioni via Internet non c’è stata. L’Autorità garante per le comunicazioni ha approvato a maggioranza il regolamento incassando però il voto contrario dei consiglieri Nicola D’Angelo e Michele Lauria sulle web tv. Non sarà necessario richiedere l’autorizzazione per iniziare le trasmissioni in streaming e la “tassa d’ingresso” verrà contemplata solo per le realtà con un fatturato superiore ai 100mila euro. L’Agcom era chiamata a recepire la direttiva europea sugli audiovisivi, a partire dai criteri di gara per l’assegnazione delle cinque nuove licenze per la televisione digitale terrestre.

Il beauty contest per le televisioni. L’agenzia ha deciso la pubblicazione del regolamento per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre. Ora toccherà al ministero dello Sviluppo economico stilare il bando. Sulla questione, l’Unione eruopea aveva avviato un’istruttoria contro l’Italia perché il meccanismo di assegnazione non consentiva l’ingresso a nuovi operatori nel mercato radiotelevisivo e Rai e Mediaset avrebbero continuato a mantenere la loro posizione dominante. Bruxelles ha comunicato che chiuderà la pratica contro il nostro paese solo dopo avere visionato il bando di gara preparato dal titolare dello Sviluppo economico Paolo Romani. Ma sul tipo di gara si erano sollevate le perplessità dei consiglieri di minoranza dell’Autorità che hanno votato contro. Secondo i consiglieri Sebastiano Sortino, assieme a D’Angelo e Lauria, la decisione di concedere le nuove frequenze televisive mediante una gara di bellezza (beauty contest) in luogo a una vera e propria asta competitiva, non avrebbe procurato nessuna entrata allo Stato. A differenza di quanto è accaduto in tutti gli altri paesi che sono passati alla televisione digitale, l’Italia infatti “regalerà” agli operatori radiotelevisivi la porzione di etere necessaria per accendere nuovi canali.

Il diritto d’autore su Internet. La grossa novità per combattere la pirateria in rete è che, se il regolamento dovesse passare così com’è, in caso di irregolarità l’Agcom potrà chiedere l’oscuramento dei siti Internet con materiale illegale direttamente ai provider (i fornitori di accesso alla rete) senza passare per l’autorità giudiziaria come accade oggi. Secondo fonti vicine all’autorità la discussione su questo punto sarà rimandata al 17 dicembre. In una lettera inviata al presidente Corrado Calabrò, i tre consiglieri d’opposizione hanno denunciato come incostituzionale la possibilità dell’agenzia di inibire l’acceso ai siti o server incriminati senza ricorrere all’autorità giudiziaria.

Le regole sulle web tv. Il Consiglio ha approvato i regolamenti relativi alle trasmissioni lineari (la diretta in streaming) e on demand (come Youtube) diffuse via Internet, semplificando il testo rispetto alla bozza iniziale. A seguito delle contestazioni le barriere sono state abbassate. Le regole infatti si applicheranno solo ai soggetti professionisti con ricavi radiofonici e televisivi superiori a 100mila euro annui. Non è previsto alcun regime di autorizzazione, ma gli operatori potranno valersi di un meccanismo di silenzio-assenso. Più leggera anche la tassa di avvio. Non ci sarà il pagamento di canoni annuali, ma solo un contributo una tantum di 500 euro per i servizi tv e di 250 per quelli radiofonici.

La protesta dei Radicali. Il partito radicale ha annunciato che lancerà una web tv in aperta violazione del regolamento quando questo entrerà in vigore. Secondo Luca Nicotra e Marco Cappato di Agorà digitale, il regolamento assoggetterà il web alle stesse regole della radiotelevisione commerciale. “La forza della rete è sempre stata quella di rappresentare innovazione, anche nel campo dell’informazione professionale, senza la necessità di chiedere autorizzazioni, pur nel rispetto delle leggi”. E’ per questo che i due esponenti radicali hanno annunciato che martedì 30 novembre lanceranno la loro piattaforma streaming www.hackthegov.it

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