Haroun Zaqiri, uno degli operai rimasto gravemente ferito nell’esplosione del 4 novembre all’Eureco di Paderno Dugnano (Mi), è morto al Maria Maddalena di Torino durante la notte. L’uomo aveva riportato ustioni sul 70% del corpo e le sue condizioni erano apparse subito disperate. Ad aggravare le sue condizioni è stata una broncopolmonite, subentrata nei giorni scorsi. L’operaio albanese, 44 anni, è la seconda vittima dell’ incidente. Sergio Scapolan, 63 anni, era deceduto nei giorni scorsi all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, a Genova.

Nell’esplosione dell’impianto chimico sono rimasti feriti nel complesso sette operai. Un ottavo era stato dimesso quasi subito per aver riportato solo alcune ustioni alle mani.

Ad assumere Haroun Zaqiri  era stata la Tnl, cooperativa cui era appaltato lo stoccaggio dei rifiuti della Eureco. Il titolare della cooperativa, suo zio Adrian Zeqiri, e Giovanni Merlino, proprietario dell’impianto di smaltimento rifiuti in cui era avvenuta l’esplosione, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Per entrambi l’ accusa è di omicidio colposo. I magistrati stanno indagando sulla regolarità dei subappalti per accertare le responsabilità di questo incidente sul lavoro che ha provocato anche il ferimento di altre 5 persone. Due di queste sono in grave pericolo di vita: Leonard Shehu, 37 anni, albanese e Salvatore Catalano, 55 anni.

Resta ancora da capire cosa abbia innescato  la violenta deflagrazione. Dagli ultimi rilievi sembra che il gruppo di operai stesse lavorando attorno a recipienti di solventi e idrocarburi. Un movimento brusco, forse la scintilla di una fiamma ossidrica usata per aprire una batteria d’ auto. Di certo c’è che non si trovano le autorizzazioni a lavorare con le bombole di acetilene, uno degli elementi che ha generato la reazione a catena che ha coinvolto anche una bombola di gpl e dieci bidoni di vernice scatenando l’ inferno.

 

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