Una pistola calibro 9 carica è stata trovata nel palazzo dove vive Massimo Ciancimino a Palermo. L’arma è stata rinvenuta nel vano dei contatori della luce nello stabile di via Torrearsa . A scoprirla, gli agenti che tutelano il figlio del supertestimone, sotto protezione dopo la lettera intimidatoria con minacce a suo carico ricevuta dal padre.  Una scoperta inquietante proprio nel giorno in cui la vedova Ciancimino ha confermato gli incontri tra Don Vito e Silvio Berlusconi. La donna, con le sue nuove dichiarazioni ha rincarato la dose rispetto a quanto rivelato ai pm Nino Di Matteo e Paolo Guido in precedenza. I colloqui tra Berlusconi e l’alter ego politico del clan dei corleonesi, già in quegli anni bollato dall’accusa di mafiosità da una relazione di minoranza della commissione Antimafia, avvennero tra il ’73 e il ’75.

La moglie di Don Vito non aveva ancora riferito ai magistrati di Palermo di questi incontri perché non aveva colto l’importanza della vicenda, ma a domanda diretta, stamattina, ha risposto senza esitazione. Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, vide l’allora imprenditore Silvio Berlusconi tre volte. Nell’interrogatorio la vedova è scesa nei particolari ricordando anche gli argomenti della conversazione tra il marito e l’attuale premier. Don Vito avrebbe chiesto conto a Berlusconi dei tempi di rientro di alcuni investimenti fatti e degli sviluppi del progetto edilizio Milano 2. Se le indiscrezioni sull’interrogatorio, che e’ stato secretato, fossero confermate, le rivelazioni della Scardino combacerebbero con quanto emerge dai documenti manoscritti dell’ex politico e con le rivelazioni del figlio Massimo. Ciancimino Junior parla infatti di investimenti del padre, citando circostanze a lui riferite dal politico, nella realizzazione di Milano 2. Dalle carte consegnate ai magistrati viene fuori, però, non solo il nome di don Vito, ma anche quello dei costruttori mafiosi Buscemi e Bonura: il politico corleonese indicava anche loro come ”finanziatori” del complesso edilizio.

Nei giorni scorsi dei rapporti tra Ciancimino e Berlusconi ha parlato anche l’ex dirigente di banca Giovanni Scilabra che ha confermato ai pm di avere ricevuto, nel 1986, l’ex sindaco e Marcello Dell’Utri, allora manager di Publitalia, per discutere di una richiesta di prestito di 20 miliardi per la Fininvest. La circostanza confermerebbe l’interesse di don Vito per gli affari del costruttore e l’ipotesi investigativa che vuole Marcello Dell’Utri tramite tra Berlusconi e politici e costruttori mafiosi.

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