Sono circondato da Arpe giapponesi e da Artiste che fuori dalla loro proverbiale ritualità provano ed accordano i loro strumenti con i loro abiti quotidiani, più simili a giovani-anziane suore laiche  che a qualsiasi occidentale immaginativo che tenti di affrontare l’Oriente. Le loro Musiche, potete immaginarvi, sembrano capaci di mettere ordine con gentilezza nelle mie idee. Come amo questo privilegio di vivere in un teatro gran parte del mio tempo fra artisti con le loro intenzioni e le loro passioni.

L’accordatrice  vola fra l’una e l’altra spostando i ponticelli che sollevano le vibranti corde,dandomi così brividi da pianoforte confuso da un violino modernissimo e antico nel medesimo interminabile istante che non vorresti vedere finire mai.

Ah, sono certo che l’arte ci salverà.

Le aspetti e vedi che attraversano le quinte per entrare sul palco adesso con i loro sgargianti kimono e già sai quel che accadrà. Tutta la platea in un lieve respiro si meraviglierà e al sogno si abbandonerà con strani e personalissimi pensieri: “Povero Taricone Icaro precipitato per adrenaline male riposte. Povera Patrizia-plebea cacciata senza essere nemmeno il ricordo dell’ombra di una Maddalena. Tornerà l’orribile  tempo delle monetine lanciate?

Mi chi-amano in cucina. Devo fare un risotto con un soffritto di cipolla bianca e burro che unirò ad un po’ di olio appena franto. L’amico tartufaio mi ha regalato la sua abbondanza che stasera condividerò come omaggio che si tramuta in omaggio all’arte.

Magia che mi salverà, ci salverà.

Pochi veli lascerò cadere sopra ogni porzione del riso mantecato con formaggio parmigiano in dose necessaria ma non prevalente nel rischio di addensare un bicchiere di latte che mi aiuterà a trovare cosi l’ accordo per una giusta liquidità.

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