Il premier ha leso il prestigio dell’ordine giudiziario e del pm del processo Mills Fabio De Pasquale, per questo il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di procedere a tutela del magistrato milanese. La decisione è stata presa a maggioranza la Prima Commissione del Csm, con il voto contrario del laico della Lega Matteo Brigandì.

Il 3 ottobre scorso, durante la Festa del Pdl al Castello Sforzesco di Milano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva espresso duri giudizi sulla magistratura. In quella occasione il premier aveva definito “famigerato” il pm milanese che ha rappresentato la pubblica accusa nel processo Mills. Aveva parlato di “un’associazione a delinquere nella magistratura” e notato che “tre diversi collegi, quello di primo grado, secondo grado e la Cassazione hanno asseverato” la tesi del pm del processo Mills “dimostrando quindi che c’è un accordo fra i giudici di sinistra che vuole sovvertire il risultato delle elezioni”. De Pasquale – faceva ancora notare Berlusconi – era “lo stesso Pm che disse a Cagliari che il giorno dopo l’avrebbe messo in libertà e poi è andato in vacanza”, ricordando che “il giorno dopo Cagliari si è tolto la vita”.

Tre giorni dopo i consiglieri del Csm avevano inoltrato la richiesta di tutela a Giorgio Napolitano (presidente del Csm) e al vice-presidente Michele Vietti esprimendo la loro “profonda preoccupazione” per le “ennesime gravissime dichiarazioni”, di Berlusconi che – scrissero in quella occasione – “minano la credibilità delle istituzioni e rischiano di delegittimare la magistratura tutta”. Un timore espresso da Vietti nell’incontro del 13 ottobre scorso con il Presidente della Repubblica nel corso del quale Napolitano ribadì il “suo costante impegno per l’esercizio rigoroso delle prerogative costituzionali del Csm”.

“C’è un’esorbitanza del Csm rispetto ai propri poteri”. Così motiva le ragioni del suo “no” il consigliere del Csm Matteo Brigandì, laico della Lega, per il quale non ci sono i presupposti per un intervento a tutela di De Pasquale: “Escludo che il pm si senta intimorito dal presidente del Consiglio e abbia per questo problemi sul suo procedere”.

Nelle prossime riunioni, dunque, i relatori della pratica su De Pasquale, il laico di centrosinistra Guido Calvi (presidente della Commissione) e il togato del Movimento per la Giustizia Roberto Rossi, dovranno redigere un testo da sottoporre al vaglio del plenum. Brigandì, invece, presenterà giovedì prossimo un documento alternativo a quello della maggioranza della Commissione.

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