“Io lotto e mi ribello…,
nessuno lasci il suo posto,
per ascoltare il mio canto del cigno
a nessuno voglio sottrarre tempo.
Fate solo un cenno con gli occhi
Mi sentirò più forte e non soltanto illuso”.

Sono questi i versi  scritti da Mimmo Beneventano, medico, poeta e consigliere comunale del Pci a Ottaviano, che fu barbaramente ucciso dalla camorra proprio 30 anni fa, il 7 novembre del 1980.

Fu ucciso perché si opponeva strenuamente allo strapotere della camorra vesuviana che stava devastando il territorio e il Vesuvio. Una generazione, la sua, che continuò a battersi fino alla istituzione del Parco Nazionale del Vesuvio che avvenne il 5 gennaio del1995. Un parco di straordinaria bellezza dal punto di vista geologico, biologico, storico e archeologico. Un territorio, ricco di bellezze storiche e naturalistiche, con una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori.

Un Parco sempre osteggiato dalla camorra che vedeva limitato in questo modo la possibilità di alimentare l’industria del cemento. Questi versi di Mimmo mi sono tornati in mente leggendo le parole dell’attuale Presidente del Parco il prof. Ugo Leone che afferma: “È una pugnalata alle spalle la decisione di deputati e amministratori del Pdl di dare il via libera all’apertura di una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio (…). La vergognosa decisione con la sostanziale acquiescenza del ministero dell’Ambiente che mai è stato vicino al Parco nei due anni di battaglie che abbiamo alle spalle, rende ancora più grave il provvedimento e apre una ferita profonda tra cittadini, comitati, associazioni ambientaliste, sindaci, Ente parco, e Governo della regione e del Paese“. E chiude ”La mia lettera di dimissioni dalla presidenza di un Parco snaturato delle sue ammirate e celebrate caratteristiche, è pronta“. A queste parole la risposta del ministro dell’Ambiente, Prestigiacomo che sostanzialmente gioisce per le eventuali dimissioni di Ugo Leone facendo emergere l’assenza di una qualsiasi idea di tutela delle risorse naturali e scarsa sensibilità istituzionale.

L’annuncio intempestivo di aprire la seconda discarica mentre ancora erano in corso trattative con gli amministratori e le popolazioni ha determinato il solo risultato di esasperare ancor di più la popolazione. Si vuole ridurre il tutto a un problema di ordine pubblico e le dichiarazioni del capo della Polizia, Manganelli, servono solo a gettare altra benzina sul fuoco in una situazione già fortemente compromessa. Ma chi si avvantaggia  con l’apertura di una seconda discarica nel Parco? Perché pur essendoci ancora sei–otto mesi di autonomia della prima discarica si è voluto accelerare l’apertura della seconda smentendo le promesse fatte dal Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro e dallo stesso Berlusconi? Perché le istituzioni non hanno utilizzato questo tempo per la redazione di un Piano rifiuti in grado di rendere inutile un’altra discarica?

Sono tutte domande che portano a un’amara considerazione: si vuole la morte del Parco e il via libera al nuovo sacco del territorio. Perché tra qualche anno la discarica comunque si riempirà ma nel frattempo non ci sarà più il Parco e quindi si potranno ridare libero sfogo agli affaristi di sempre. A brindare sarà ancora una volta la camorra, l’unica interessata all’apertura delle discariche come ci hanno detto nei giorni scorsi i Procuratori di Nola e Napoli.

Bisogna che la vicenda Terzigno sia assunta come emblema nazionale della lotta contro le illegalità e per la difesa dell’ambiente e che l’informazione libera racconti tutto quello che avverrà nelle prossime ore, soprattutto se si dovesse ancor di più rafforzare la presenza militare.

Articolo Precedente

Il sosia di Pinocchio

next
Articolo Successivo

Alla Camera tutti per la Tav. Anche l’Idv

next