La commissione Affari costituzionali ha approvato con 15 voti a favore e 7 contrari l’emendamento del relatore Carlo Vizzini al lodo Alfano in base al quale “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”. Hanno votato a favore 13 senatori del Pdl e Lega più il senatore finiano Maurizio Saia e un senatore dell’Mpa. L’opposizione ha detto che con questo emendamento si è creato un mostro giuridico.

Per Dario Franceschini e Pierluigi Bersani del Pd, così come per Felice Belisario dell’Idv, il testo è una vergogna perché procede, spiega Bersani, “ad assoluzioni per via parlamentare e costituzionale”. “Faremo barriera con tutte le nostre forze”, annuncia il segretario del Pd. L’obiettivo di Pdl e Lega, aggiunge l’esponente Idv “è solo quello di rendere retroattivo il lodo Alfano per salvare il presidente del Consiglio dai reati di cui è accusato”. Al leader dell’Udc Pierferdinando Casini sembra “una scelta sbagliata”, ma annuncia che sul voto il suo partito si asterrà. La finiana Giulia Bongiorno, presidente della commissione giustizia della Camera, spiega i motivi dietro tale decisione: “La finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all’assunzione della carica”.

Proprio i finiani sono i più criticati per la presunta mancanza di coerenza. “Dall’incontro tra Alfano e Fini non mi aspetto più niente perché oggi è stata smascherata anche il finto ritorno alla legalità di Fli che al primo passaggio vero si è autosmascherato andando ad appoggiare una norma che garantisce l’impunità al premier”, sostiene il leader Idv Antonio Di Pietro attaccando la scelta di rendere retroattivo il Lodo Alfano. Per Bersani da parte degli esponenti di “Futuro e libertà” c’è stato un deficit di coerenza: “Hanno sempre detto che valutavano positivamente il Lodo Alfano costituzionale. Io trovo comunque che una norma costituzionale ad hoc, nel pieno di una vicenda personale, resti una legge ad personam, anche se costituzionale. Evidentemente Fli non fa questa valutazione”.

Se Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, promette di occuparsene in parlamento, il suo vice Benedetto Della Vedova sostiene che “il punto non è mai stato in discussione e manteniamo un impegno. Si tratta di una norma che sospende i processi delle alte cariche dello Stato, non li cancella. Inoltre, non sospende le indagini”. Il senatore finiano Saia, che ha votato a favore della norma, specifica che il suo gesto è in linea con quanto “detto una ventina di giorni fa” perché la legge “prevede la sospensione anche di quei processi cominciati prima del conferimento del mandato”, caratteristica su cui Fli è “assolutamente d’accordo”.

Dopo le tante dichiarazioni arriva la precisazione del relatore Vizzini: “Il provvedimento non prevede né l’immunità né l’impunità. Non è un’assoluzione, come si vuole far credere. Esso prevede la sospensione del processo non del procedimento giudiziario. Con la sospensione del processo c’è anche la sospensione dei termini di prescrizione”. Poi chiarisce che  “non prevede nessuna retroattività diversa da quelle già contenute nella legge vigente. Entro dieci giorni dalla richiesta dei magistrati, le figure istituzionali devono decidere se inoltrare al Parlamento la richiesta di sospensione. Il Parlamento deve quindi deliberare entro il termine di 90 giorni, in un senso o nell’altro”. Intanto in serata il presidente della Camera Gianfranco Fini ha incontrato il ministro della Giustizia Angelino Alfano.

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