La Serbia è il paese che amo. Nelle curve ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Nella guerra di Bosnia ho imparato da mio padre e dalla vita il mio mestiere di tagliagole. Qui ho appreso la mia passione per la violenza di piazza. Ho scelto di scendere in campo e di devastare la cosa pubblica perché non voglio vivere in un paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo ad un passato politicamente ed economicamente fallimentare. Per poter compiere questa scelta di vita, ho rassegnato oggi stesso le mie dimissioni da ogni carica dal gruppo paramilitare che ho fondato. Rinuncio, dunque, al mio ruolo di torturatore, di combattente per mettere la mia esperienza e tutto il mio impegno a disposizione di una battaglia in cui credo con assoluta convinzione e con la più grande fermezza.
So quel che non voglio e insieme a molti cittadini serbi che mi hanno dato fiducia in questi anni so anche quel che voglio. La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti, superata dai tempi. L’autoaffondamento dei vecchi governanti lascia il Paese impreparato e incerto nel momento difficile del passaggio ad una nuova repubblica. Mai come in questo momento la Serbia, che giustamente diffida di profeti e salvatori, ha bisogno di picchiatori con la testa sulle spalle e di esperienza consolidata, di persone creative e innovative, capaci di darle una mano, e di massacrare lo Stato. Le nostre sinistre dicono di essere cambiate, di essere diventate liberal-democratiche. Ma non è vero. I loro uomini sono sempre gli stessi, la loro mentalità, la loro cultura, i loro più profondi convincimenti sono gli stessi. Se ho deciso di scendere in campo con un nuovo movimento e se ora chiedo anche a voi di scendere in campo è perché sogno a occhi ben aperti una società libera dove non ci sia più la paura, dove al posto dell’ invidia sociale e dell’odio ci sia l’uso ragionevole della violenza, la soppressione dei più deboli, l’amore per il potere, l’intolleranza e l’affermazione dei miei desideri. Il movimento politico che vi propongo si chiama, non a caso, Forza Serbia. Il che mi permette di aspirare ragionevolmente alla leadership sia del Pd che del Pdl. Basta che si meni.
(testo raccolto a Marassi da Roberto Maroni con l’aiuto di Lutel & RobCor)