E ora? I problemi – paradossalmente – nascono dalle dimensioni impressionanti e impensabili (anche per i più ottimisti) del successo realizzato dalla Fiom con la manifestazione di ieri. Un successo “scandaloso”. Quando in piazza san Giovanni – colma come un uovo – da oltre un’ora si seguivano gli interventi, una parte del corteo era ancora a piazza Esedra. Ieri, perciò, a essere gremita non era la grande piazza tradizionale del sindacato e della sinistra, erano tre interi quartieri della capitale. Un dirigente Fiom ha chiesto scusa per “aver sbagliato piazza”, perché ci voleva il Circo Massimo. Ma non sarebbe bastato neppure quello a contenere il mare di lavoratori e cittadini che ieri ha invaso la città.

Detto molto sobriamente, quella realizzata ieri dalla Fiom è stata una delle più grandi manifestazioni degli ultimi anni. Per i numeri, che in politica sono fondamentali. E per la capacità di realizzare alleanze sociali, che la lungimiranza dei dirigenti Fiom ha dimostrato. Ieri, a fianco e in sinergia con i metalmeccanici di Maurizio Landini, c’erano tutte le lotte in corso nel paese: le lotte sindacali, dalle tessili della Omsa agli operai della Indesit, ai precari della scuola e della ricerca, e quelle civili, dalle associazioni contro le mafie al referendum per l’acqua pubblica, da Emergency agli studenti dell’Onda. E c’erano decine di migliaia di cittadini moderati, mossi da un elementare bisogno di “legge eguale per tutti”, che volevano “fuori Berlusconi, realizziamo la Costituzione” come ineludibile corollario della dignità del lavoro.

Una alleanza sociale e civile straordinariamente ampia, realizzata grazie a posizioni – quelle della Fiom – che vengono etichettate come “radicali”, e che nessun centro-sinistra che guarda a Casini (o – non scherziamo – a Montezemolo) potrebbe nemmeno lontanamente sognarsi. La lezione è perciò inequivocabile: c’è una maggioranza del paese che può essere unita solo nella coerenza della difesa repubblicana e costituzionale che ha trovato nella Fiom ieri l’interprete e la punta di diamante.

Ma questa forza maggioritaria non riuscirà a cristallizzarsi come alternativa al regime se non diventerà anche ipotesi politica ed elettorale. Come? Il futuro, grazie alla Fiom, è già cominciato ieri, perciò da oggi nessuno può sottrarsi: la discussione deve cominciare subito, non saranno i politici a trovare la soluzione, bisogna che la cerchino le organizzazioni della società civile, le testate giornalistiche, i siti web. I politici seguiranno, si spera.

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