Fatta la legge trovato l’inganno, recita un vecchio detto. Più che vecchio, superato, perché oggi, in Italia, si va ben oltre: fatta la legge fatto l’inganno. Questa volta se ne sono inventata un’altra: una specie di legge mancia scolastica. Ricordate cos’era la legge mancia? Una legge che assegnava ai parlamentari un bonus economico da spendere per la realizzazione di opere pubbliche. Da spendere dove e come voleva.

Opere pubbliche in cambio di voti, insomma. Avevamo bloccato questa vergogna negli anni del governo Prodi, ma il centrodestra l’ha subito riportata in auge. E, cosa grave, ne ha fatto un modello. Abbiamo scoperto, infatti, che le commissioni Cultura e Bilancio hanno a disposizione centoventi milioni di euro circa, stanziati nell’ultima finanziaria, per ristrutturare edifici scolastici, modernizzarli, migliorarli. Nobile lo scopo su cui siamo assolutamente d’accordo, pessimo il metodo. La somma sarà ripartita tra i singoli parlamentari delle commissioni e ognuno potrà spenderli come vuole. Naturalmente, salvo qualche illuminata eccezione, serviranno a finanziare opere che garantiscono al parlamentare un ritorno elettorale. Non è stato stabilito alcun criterio per l’assegnazione dei fondi, né il parlamentare dovrà rendere conto a qualcuno.

Facciamo un esempio: nel collegio x ci sono tre scuole: una perfetta e moderna appena costruita, una che ha bisogno di qualche intervento ed una fatiscente. La prima è quella nella strada del deputato, la seconda e la terza sono situate in zone di interesse marginale dal punto di vista elettorale. Secondo voi a chi andrebbero i soldi…? Capisco che sia un esempio un po’ forzato, paradossale, ma non credo che sia irrealistico. Non essendoci criteri di priorità e di emergenza, quei soldi sono a disposizione, di fatto, per una sorta di campagna elettorale pagata con i soldi dei cittadini. Siamo l’istituzionalizzazione del clientelismo, insomma. A molti ciò può far comodo e non ci troveranno niente di sconcio. A noi no. Non ci sta bene e ci metteremo di traverso per far saltare questa porcheria. Non riteniamo giusto che, nello stesso momento in cui mancano fondi per la riforma dell’università, si regalino soldi a pioggia senza alcun criterio.

Lo Stato ha il dovere di amministrare nell’interesse di tutti i cittadini e di gestire i fondi con oculatezza ed in base a reali esigenze e non di distribuire prebende clientelari.

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