Ha proposto di devolvere il proprio compenso di consigliere comunale di Portici (Napoli) alle figlie di Teresa Buonocore, la signora 51enne uccisa il 20 settembre da due killer per vendicare – secondo gli inquirenti – la sua denuncia che ha condotto in galera un presunto pedofilo, condannato in primo grado a 15 anni per violenza ai danni di una sua figlia. Peccato però che l’indennità cui si fa riferimento sia uguale a zero. Zero euro. Zero euro nel 2009, come documenta il cedolino del Comune di Portici che vi alleghiamo. Zero euro anche nel 2010, come confermano fonti attendibili dell’amministrazione comunale. Protagonista della gaffe, presumiamo involontaria, il deputato Pdl, Marcello Di Caterina. Vice presidente campano dei Circoli della Libertà fondati dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, Di Caterina è stato eletto parlamentare alle elezioni politiche del 2008. Dal 2009 siede pure nel consiglio comunale di Portici in qualità di candidato sindaco sconfitto dall’esponente del Pd Vincenzo Cuomo, rieletto primo cittadino per il secondo mandato.

Come riportato dall’Ansa, Di Caterina ha dichiarato: “Chiederò all’amministrazione comunale di Portici di devolvere, laddove possibile, il compenso da consigliere comunale che spetta a me, alle figlie di Teresa Buonocore”. “La morte di Teresa Buonocore – ha evidenziato il deputato – è un fatto che non sconvolge solo la sua famiglia ma l’intera comunità. La politica non ha nulla a che vedere con simili episodi ma non si puo’ restare indifferenti ad una simile barbarie. Bisogna essere protagonisti, insieme alle diverse forze sociali, di un ritorno ai valori cristiani che sembra, in questo periodo, si siano un poco persi”. Ma è bastato fare un paio di telefonate e navigare sul sito Internet del Comune di Portici per scoprire senza sforzo che Di Caterina non ha mai intascato un soldo dal mandato consiliare. E non si capisce pertanto che beneficenza potrebbe disporre con una somma che non c’è e che non gli è dovuta. Infatti ci sono leggi che prescrivono ai parlamentari il divieto di cumulo con indennità o gettoni di altri enti e istituzioni pubbliche. Leggi che l’esponente del Pdl ha dimenticato. A meno che non intendesse sollecitare l’amministrazione comunale a trovare un modo di ‘derogare’ a questa norma – qualche sindaco-parlamentare c’è riuscito, grazie a sentenze del Tar – per assicurare, per il suo tramite, una somma alle figlie della sfortunata signora.

Non mettiamo in dubbio la buona fede di Di Caterina. Come non mettiamo in dubbio il suo dispiacere nell’aver appreso, poche ore dopo quel delitto, che tra gli indagati come presunto mandante dell’omicidio c’era anche uno dei candidati nelle liste Pdl in suo sostegno alle comunali di Portici. Si chiama Lorenzo Perillo ed è sotto inchiesta insieme al fratello Enrico Perillo, l’uomo condannato e in carcere per la violenza alla figlia della signora Buonocore. C’è pure una foto di quella campagna elettorale che li ritrae insieme: Lorenzo Perillo (al centro) e Marcello Di Caterina (a sinistra, in jeans scuri) sorridenti dietro una torta con la scritta: “Pdl Forza Lorenzo”. A destra, il consigliere regionale Pdl, Pietro Diodato. Un caso.

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