“Non me la sento di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa risponde alle domande di Lucia Annunziata a “In ½ ora” sulla situazione in Afghanistan, il giorno dopo la morte di quattro alpini in un attacco dei talebani: “Tutti i contingenti internazionali presenti, Usa, Germania, Francia, hanno i bombardieri con l’armamento previsto, cioé le bombe. Per mia decisione l’Italia ha stabilito che i caccia venissero utilizzati soltanto con il cannoncino di bordo. Ho ritenuto che noi italiani potessimo farne a meno perché vi è comunque rischio di mettere a repentaglio vite civili: per questo ho pensato finora di dire no”. Ma adesso la situazione è cambiata, è diversa: “Non me la sento più di assumere questa decisione da solo, di fronte a quello che sta avvenendo: voglio che sia confortata o cambiata dalle commissioni parlamentari competenti”.

Ai parlamentari va quindi la decisione di dotare di bombe i Tornado italiani impegnati nella missione Isaf della Nato. Favorevole alla discussione è Piero Fassino, responsabile degli esteri del Pd e anche lui ospite della trasmissione dell’Annunziata. “È giusto valutare se l’attuale livello di sicurezza dei nostri soldati in Afghanistan sia più o meno adeguato”, ha affermato specificando tuttavia la differenza tra un esercito impegnato in una guerra e uno impegnato in missioni di pace. “Il rischio è che passi l’idea che c’è chi vuole la guerra e chi no. Ma è sbagliato parlare di guerra perché c’è una differenza sostanziale tra chi fa la guerra e una missione di pace: nel primo caso si spara per primi, nel secondo si spara solo se attaccati e per tutelare la popolazione. I 34 soldati morti in Afghanistan nessuno è caduto in un’azione bellico offensiva. Noi non siamo là per fare la guerra a nessuno”.

È più polemico Arturo Parisi, ex ministro della Difesa e politico del Pd: “Dice bene La Russa quando chiede che l’autorizzazione ai nostri aerei a bombardare sia affidata al Parlamento. È infatti evidente che questa decisione apre la prospettiva del mutamento della natura della nostra missione, e questo può essere deciso solo dal Parlamento. Equivale a riconoscere che quella che noi chiamiamo ‘missione di pace‘ è già per i nostri alleati, nei fatti o in potenza, una missione di guerra. Ma la nostra Costituzione, a differenza di quella di molti nostri alleati, non consente la guerra se non entro limiti estremi e precisissimi”.

Quindi dotare di bombe i tornado italiani darebbe un altro carattere alla presenza italiana nella missione Nato. Su questo punto è d’accordo Vittorio Craxi, esponente del Partito socialista italiano e già sottosegretario di Stato agli Affari Esteri: “Ignazio La Russa si metta in testa che egli è il ministro della Difesa nazionale, non quello della guerra. Cambiare le regole di ingaggio per adottare nuovi armamenti non è sufficiente se non si dichiara apertamente che ‘Enduring freedom‘ ha fallito i propri obiettivi, sia politici, sia strategici – ha aggiunto – . La ‘partita’ in Afghanistan va affrontata insieme agli alleati, rinnovando e riqualificando i suoi scopi”. Mentre per Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del Pd, il governo deve smettere di fare propaganda, “risponda davanti alle Camere e al Paese a una domanda che tutti ci facciamo: siamo oltre la missione di pace?”.

Invece non è per niente contrario al potenziamento degli armamenti dei militari Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Popolo della Libertà “perché, se ce ne andassimo troppo in fretta, daremmo un assist ai terroristi. Rimanendo, invece, si evita che il terrorismo possa venire esportato in Europa, negli Usa ed in altri Paesi”.

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