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L’imperativo è uno solo: abbassare i toni

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L’ultimo accorato intervento in parlamento del leader dell’IdV ha scatenato le reazioni ipocrite di politici e giornalisti d’ogni colore che si sono affannati a prendere le distanze dall’esagitato accusato d’aver offeso le italiche istituzioni nell’essersi rivolto al presidente del consiglio senza riservargli il titolo legittimamente conquistato con il voto ma definendolo imputato, stupratore della democrazia, corruttore di giudici, etc.!

Così da Gianluigi Paragone a Bianca Berlinguer sono piovute condanne senza appello non nei confronti del signor B. bensì dell’on. Tonino reo di aver violato una non ben identificata regola di bon ton secondo la quale conta solo il dire e non il fare con l’ulteriore comma che rende non censurabile neppure la parola se proferita da chi detiene il potere dopo averlo conquistato con azioni e condotte rivolte all’illecito e all’inganno!

Ma c’è di peggio perché in assonanza con i ripetuti moniti calati periodicamente dal Colle si è voluto sottolineare che siffatti pur brevi interventi determinano un clima che non consente civili rapporti in parlamento e nella società nulla rilevando per i più la sussistenza o meno dei fatti citati e animosamente denunciati dall’esponente molisano in assonanza con una popolazione che mena vanto e non si vergogna di “farsi i fatti propri”!

Questo non stupisce chi si dedica a studi criminologici e di psicologia sociale da cui si apprende che ciò che conta tra i bipedi umani non è il “cosa” ma il “come” tanto che chi ascolta non ricorderà il contenuto del discorso ma solo il compiacimento suscitato dall’interlocutore e così a pochi verrà voglia di verificare cosa in effetti cela una etichetta e quali infingimenti nascondono le suggestive promesse di politici e pubblicitari!

Povero quel paese che rifiuta ogni rapporto con la realtà, la verità, la legalità…

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