Un’Italia trasformata in “bordello state”, in cui non solo “alcune donne arrivano in Parlamento attraverso una camera da letto”, ma soprattutto “donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno dato via le loro menti ei loro principi, anziché i loro corpi”. Non è Repubblica o il Fatto quotidiano che lo scrive. E’ “Foreign policy”, la rivista americana letta in tutto il mondo dal gotha della Finanza, della diplomazia, dell’economia, insomma la bibbia delle istituzioni internazionali, che descrive l’Italia ai tempi di Berlusconi. L’articolo si apre con una citazione di Dante dal canto VI del Purgatorio e l’analogia con l’Italia di oggi non è lusinghiera :”Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Ieri come oggi. L’editorialista Waltston passa poi ad analizzare le ultime vicende politiche, sottolineando come “ci sia stata una mancanza di leadership dalla fine di luglio, ma nelle ultime due settimane la mancanza di una direzione è arrivata al parossismo”. Non è finita. Sempre nell’articolo viene citata l’opinione di un altro illustre scrittore, il professor Maurizio Viroli di Princeton, “La libertà dei servi”. L’Italia è riuscita nell’esperimento politico di “trasformare, senza violenza, una repubblica democratica in una corte che al suo centro ha un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine con spirito servile”.

Parole graffianti che descrivono però un’imbarazzante verità. La compravendita di deputati in atto in questi giorni da parte del presidente del Consiglio è solo l’ultimo imbarazzante episodio di questa saga berlusconiana che sta trasformando l’Italia in un bordello ma che soprattutto sta distruggendo la nostra immagine all’estero. Non parlo di notizie astratte o di sussurri di corridoio. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su, ascoltate l’intervista del collega Antonio Razzi. In cambio di un passaggio dalla loro parte, gli hanno offerto un posto in lista blindato nelle prossime politiche, una poltrona da sottosegretario o viceministro oppure, in alternativa, il pagamento del mutuo residuo della sua casa. Intanto, scrive sempre il Foreign policy, l’Italia “è in un grande difficoltà”: è infatti l’unica economia del G7 con crescita negativa secondo le previsioni dell’Ocse (-0,3%) e al 48esimo posto per competitività secondo il World Economic Forum, appena dopo la Lituania e appena prima del Montenegro. Un quadro aggravato dalla mancanza di un ministro dello Sviluppo economico, che dura ormai da mesi. Grazie Berlusconi!

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