Sarà anche il Re della TV, il Signore del TELE-comando ed il principe dell’editoria ma in Rete la capacità di penetrazione ed aggregazione di Silvio Berlusconi lascia davvero a desiderare.

Il Cavaliere, come è noto, non è certo un appassionato di Internet o un fanatico di nuove tecnologie.

Sono sue alcune celebri boutade a proposito di Google (“Gogol” secondo il Premier) e di Internet (“non la conosco”, ha dichiarato in un’intervista) che hanno strappato sorrisi a centinaia di migliaia di italiani.

Negli ultimi anni, tuttavia, si è sforzato – o almeno ha lasciato che i suoi si sforzassero – di rafforzare la propria presenza online e di presidiare tutte le principali piattaforme di social network.

Oggi il PDL ed il suo leader possono, infatti, contare su numerosi siti internet (governoberlusconi.it, silvioberlusconifansclab.org, clubdellalibertà.it, forzasilvio.it e, naturalmente, ilpopolodellalibertà.it solo per citare le “punte di diamante” della cybergalassia) un canale su YouTube, un account su Twitter ed uno su Flickr nonché una pagina fan su Facebook e persino un app per iphone ed ipad che autocelebra i pretesi successi del Governo.

L’audience – per usare un linguaggio televisivo – del Cavaliere, online, tuttavia, rimane basso, quasi inconsistente, specie se rapportato alla forza mediatica dell’impero editoriale del Premier.

Alexa uno dei maggiori fornitori di servizi di ranking operanti online incorona il sito auto celebrativo del Cavaliere, “forzasilvio.it” come il più gettonato della galassia, seguito a ruota da quello – anch’esso di natura auto celebrativa – del suo Governo, “governoberlusconi.it” e, quindi, ad una distanza contenuta, da quello del movimento, “popolo della libertà.it”.

Il ranking, ovvero il punteggio attribuito ai tre siti, sulla base del rapporto tra i valori stimati di visitatori e pagine visualizzate è però davvero modesto: attribuito al sito italiano con il più alto ranking il punteggio di 1, governoberlusconi.it è solo al posto n.17462 mentre, solo per fare qualche esempio e dare degli ordini di grandezza, il sito del leader dell’Italia dei valori, antoniodipietro.it è al n. 2079 e quello giovanissimo de ilfattoquotidiano.it al 99esimo.

Modesto anche il numero di link che puntano al sito internet del Presidente: solo 81, sempre secondo Alexa, contro i 464 de Ilfattoquotidiano.it ed i 335 del sito del leader dell’Italia dei valori.

Sembra che in Rete solo i fedelissimi del premier – e neppiure tutti – trovino interessante pubblicare il link al suo sito.

In un’intervista del luglio del 2008 a Punto Informatico, il responsabile internet del popolo della libertà, On. Antonio Palmieri – uomo che ben conosce la Rete e la frequenta ormai da oltre un decennio – riferiva di circa 300 mila contatti al mese sulle pagine del Cavaliere e di oltre un milione di pagine visitate.

Numeri che forse, oggi, dovrebbero garantire ai siti internet della galassia berlusconiana un giudizio migliore di quello attribuitole da Alexa.

Non va meglio se si guarda ai visitatori del canale su YouTube del Premier.

Dal 4 luglio 2008, data nel quale è stato creato, solo 525 persone si sono iscritte e sono stati visualizzati poco più di 100 mila video.

Anche qui, solo per dare qualche riferimento, il canale su YouTube dell’Italia dei Valori – che, tuttavia, occorre segnalare è stato aperto sin dal dicembre del 2006 – può contare su un numero doppio di iscritti ma, soprattutto, su un numero di video visualizzati che sfiora i 100 milioni.

Sembra, quindi, che il Re del piccolo schermo, proprio non riesca a “sfondare” nel piccolissimo e che le sue apparizioni sui PC degli italiani abbiano un appeal enormemente inferiore a quello delle veline delle sue scuderie televisive.

Assai poco significativi anche i numeri che pagine ed account del popolo della libertà fanno registrare su Facebook, Twitter e Flickr.

Numeri nell’ordine della decina di migliaia di utenti ovvero una percentuale che non sfonda neppure la soglia dello 0,1% dei 20 milioni di italiani online.

Dati alla mano vien da dire che o gli uomini del Cavaliere non hanno ancora imparato ad usare il web o, piuttosto, il web è di sinistra o, almeno, all’opposizione nel senso che la più parte dei naviganti ha poca simpatia per la maggioranza di Governo.

Escluderei la prima ipotesi perché nella squadra del premier non mancano certo competenze in termini di comunicazione politica online a cominciare dall’On. Palmieri ed a continuare con i partner tecnologici che lo supportano.

Resta, dunque, la seconda ipotesi della quale, tuttavia, il partito democratico è stato, sin qui, incapace – e va detto con grande chiarezza – di approfittare giacché i numeri della galassia delle presenze online del PD e dei suoi leader sono più prossimi a quelli del Cavaliere che non a quelli di Di Pietro e, naturalmente, di Beppe Grillo che, da sempre, ha fatto di Internet il suo strumento di partecipazione – quando più e quando meno attiva – alla vita politica del Paese.

E’ la Rete, dunque, il tallone di Achille del Cavaliere e se lo si vuole battere, bisogna quindi sfidarlo online, trasferire qui la campagna elettorale e ripartire proprio dalla Rete per ricostruire il rapporto ormai logorato tra eletti ed elettori.

I buoni esempi non mancano. Bisogna solo aver la forza, le idee e la determinazione di seguirli e farli propri.

Nell’Italia della Rete o nella Rete dell’Italia l’attuale maggioranza – ammesso che tecnicamente ancora esista – è, in realtà, una minoranza.

Parafrasando un vecchio proverbio, potrebbe dirsi: opposizione avvisata è mezza salvata.

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