Me lo sono sempre chiesto, e ancor di più in questi ultimi giorni quando, nel cortile di Palazzo Grazioli, ho visto scendere da una Audi “blu”, valore 80.000 euro, il capogruppo al Senato.

Ora passi per chi è presidente del Consiglio, per i ministri, al massimo per i presidenti di Regione, ma perché si deve assistere in silenzio a questa continua dilapidazione di soldi pubblici, solo per soddisfare il bisogno di ostentazione che hanno politici, anche di seconda fila, e amministratori pubblici?

Cos’hanno le terga degli “eletti dal popolo” di così prezioso da viaggiare su auto così costose? E soprattutto perché glielo permettiamo ancora?

Alla rabbia e all’indignazione nel vedere un tal senso di alterigia, impunità e sfrontatezza, fa troppo spesso seguito solo un rassegnato silenzio, e su questo i politici fanno leva.

L’idea di servizio, come dovrebbe essere l’incarico parlamentare o amministrativo a livello locale, è ormai cosa lontana dalla mentalità di politici e grand commis, ma non è detto debba rimanere tale.

Su quante siano le auto blu, o grigio scuro, di moda da un paio d’anni, si discute ormai come sull’Araba fenice, il numero esatto è impossibile averlo:

574.215 (fonte Associazione Contribuenti)

318.000 (fonte Espresso)

98.000( fonte Ministeriale).

Nel 2001 chiamato dal Governo per scoprire gli effettivi costi di questo buco nero, l’economista Cappugi calcolò che ogni “auto blu” ci costava 70.000 euro l’anno per acquisto, assicurazione, bollo, benzina, autista e manutenzione. Totale oltre 10 miliardi e mezzo. Sono passati dieci anni, fate il conto adesso!

Ma il punto è un altro: perché viceministri, sottosegretari, presidenti di commissioni parlamentari, assessori regionali, assessori provinciali, amministratori di municipalizzate, membri della Consulta (anche gli ex), consiglieri di Stato, giudici dei Tar, e della Corte dei Conti (tutti), direttori e vicedirettori dei ministeri, tutti gli amministratori e dirigenti della Rai, devono viaggiare su ammiraglie per di più dotate di accessori che con l’uso di servizio hanno poco a che vedere?

Ultimo esempio quello della regione Friuli che ha rinnovato il parco auto, acquistando 12 lancia Thesis dotate di impianto hi-fi con 10 altoparlanti e sedili in pelle. E con quel bendidio di impianto cosa ascolteranno?

Un interessante e particolareggiato articolo di Mauro Suttora descrive nei dettagli le cifre di questo spreco.

Possibile che non possano andare a lavorare, ad espletare il loro mandato con mezzi più economici, ma non per questo meno dignitosi?

Un sottosegretario italiano perderebbe forse il suo quarto di nobiltà se si presentasse alla Camera a piedi o guidando lui una macchina di cilindrata più contenuta? Un assessore regionale troverebbe disdicevole presentarsi al lavoro con il mezzo proprio?

David Cameron, in Inghilterra, ha dato un taglio netto a questo privilegio, ministri e sottosegretari vanno al lavoro in metro e con i mezzi pubblici, l’auto riservata può essere a disposizione solo in casi eccezionali e previa autorizzazione.

Tanti motivi contemporaneamente utili: risparmio, trasparenza, funzionalità e soprattutto: stile.

Lo stile di lavoro di una classe politica al servizio della comunità, con precise funzioni, incarichi e responsabilità.

Ecco, responsabilità, senso di responsabilità, ma quello non viaggia in “auto blu” e dalle nostre parti è sempre più difficile trovarlo.

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