Per i precari della scuola un fine agosto drammatico. In pochi ad aspettarsi un posto fisso, una valanga di persone che con ogni probabilità non avrà nemmeno una supplenza. Dei 23mila posti per le assunzioni in ruolo chiesti al Tesoro, la Gelmini ne porta a casa solo la metà. Per l’esattezza sono 170 posti per i Dirigenti Scolastici, 6.500 per il personale ATA e 10.000 per il personale docente. La maggior parte di questi posti sono collocati al centro-nord. Spiega il sindacalista Pippo Frisone: “Dei 10mila posti si parla di un contingente consistente, pari al 50%, destinato agli specialisti sul sostegno all’handicap”.

I restanti 5mila verranno assegnati più o meno come lo scorso anno. La parte del leone, ancora una volta spetta alla scuola dell’infanzia cui andranno oltre 2mila posti.

Mentre ai restanti ordini di scuola verrà riservato appena il 10% delle disponibilità attuali.
Meno di un migliaio alla primaria e poco più di 2mila alle medie e superiori.

Resteranno con la bocca asciutta tutte quelle province del centro-sud che hanno personale in esubero, a partire dalla scuola primaria (se ne contano 2.287)”. Insomma, c’è poco da stare allegri: la scuola sta cacciando decine di migliaia di precari che per anni hanno consentito di coprire cattedre che altrimenti sarebbero rimaste vuote, e a questi non si dà nemmeno il ben servito. A casa, senza stipendio, senza prospettive. Perchè la furibonda operazione di tagli degli organici ricade inevitabilmente anche sulla possibilità di recuperare posti per chi oggi viene espulso.

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100 vite, 100 storie, 100 morti di lavoro

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