Casa Scajola. Ecco una meta che non deve assolutamente sfuggire al visitatore straniero, voglioso di conoscere quelle bellezze del nostro Paese che, purtroppo, non sono contemplate nelle solite guide turistiche scritte dalla sinistra. Sembra, peraltro, che i pulmann dei giapponesi l’abbiano già inclusa nell’affascinante tour della città eterna.

Casa Scajola potrebbe sembrare il titolo di una sit com di Canale 5, invece è un sito monumentale di primissima importanza, uno dei più autorevoli simboli dell’Italia dei giorni nostri: sorge nella splendida cornice termale della maggioranza di governo ed è stata costruita con una tecnica straordinaria e raffinatissima, ignota agli egiziani e ai romani: dopo l’arco a volta e le chiese a navata unica, ecco finalmente l’appartamento a sua insaputa, un metodo di costruzione innovativo e molto solido, che non teme le intemperie nè tantomeno le alluvioni ed è in grado di resistere a scosse del terzo grado della scala giudiziaria. Per riportarla alla luce, la magistratura ha dovuto eseguire degli scavi imponenti, anche perché nel corso degli anni, a causa di fenomeni naturali come la corrosione e la collusione, la meravigliosa costruzione era stata quasi completamente insabbiata. Solo l’eventuale ritrovamento del mitico Colosso di Prodi, di cui parla a lungo nei suoi Annali il Bersani, potrebbe offuscare la grandezza di una scoperta archeologica come quella di cui stiamo scrivendo.

Casa Scajola, a detta degli esperti di tutto il mondo, è senza dubbio la nuova Domus Aurea, con una differenza sostanziale, però: la splendida residenza dell’Imperatore Nerone era a pianta ottagonale, mentre quella dell’ex Ministro Claudio Scajola è a pianta circolare, in onore dell’assegno circolare che l’imprenditore Diego Anemone donò al rappresentante del Popolo delle libertà per acquistare la prestigiosa magione capitolina. Al suo interno, giochi d’acqua, saloni per le danze, una sauna e la meravigliosa sala degli specchi, quegli stessi su cui Scajola, secondo la tradizione, cercò di arrampicarsi durante l’inchiesta che lo vide coinvolto. Stiamo parlando di un autentico capolavoro dell’architettura d’epoca berlusconiana, secondo soltanto alle famose Logge del cavaliere, la P2 e la P3, con cui ha impreziosito l’Italia negli ultimi trent’anni, opere di una precisione impressionante, considerando che sono state costruite da persone incappucciate. Il monumento, situato a due passi dal Colosseo, appare al visitatore spazioso, luminoso, terrazzatissimo, termoautonomo e soprattutto, ed è un dettaglio non irrilevante, codice penale autonomo.

Casa Scajola, come fa argutamente osservare il grande architetto scozzese William Kilpatrick nel suo saggio ‘Furbi et orbi’ dedicato all’edilizia romana, è uno dei più classici esempi di monumento edificato ma non edificante. Lo storico Gaspare Sarchiapelli invece, nel suo fondamentale trattato dal titolo ‘Catasto dolente’, sottolinea come la vicenda legata all’abitazione dello Scajola abbia inaugurato un periodo storico del tutto nuovo per l’Europa: dopo la Restaurazione, la Ristrutturazione. Alcune leggende davvero avvincenti sono sorte intorno a questo luogo magico e suggestivo, riallacciandosi naturalmente alla millenaria tradizione romana: si dice, ad esempio, che se dovesse crollare casa di Scajola crollerebbe Roma oppure che gettando una monetina al suo interno si propizia un futuro ritorno di Scajola al ministero dello Sviluppo Economico o ancora che, dicendo una bugia mentre si tiene la mano destra nella bocca di Scajola, si otterrà di venire abbracciati e complimentati dall’ex ministro. Poche settimane fa, l’Unesco ha deciso di dichiarare questo fulgido esempio d’architettura politica italiana Patrimonio dell’Umanità, con la clausola però che, nel rispetto della natura profonda di quest’ incredibile opera d’arte, non si sappia da dove proviene il patrimonio in questione.

Da Il Misfatto del 1 agosto 2010

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