L’Italia dei Valori ha raggiunto quota 2milioni e 200 mila firme per la richiesta di tre referendum su legittimo impedimento, energia nucleare e privatizzazione dell’acqua. Con queste cifre si conclude la prima parte della campagna referendaria iniziata lo scorso primo maggio dal partito di Di Pietro. Assieme ad altri parlamentari e militanti di partito, lo stesso Di Pietro è andato in Cassazione. In via Ulpiano cinque furgoni sono arrivati con le 350 scatole contenenti le firme. La Cassazione dovrà adesso stabilire se la raccolta superi il quorum delle 500 mila firme valide. “Se i controlli di legittimità e della Corte costituzionale – ha detto il senatore Franco Pedica – procederanno speditamente, si potrebbe votare la prossima primavera”.

Legittimo Impedimento. Sul quesito riguardante il legittimo impedimento l’Idv ha raggiunto il miglior risultato con 800 mila firme raccolte. Il disegno di legge approvato definitivamente dal Senato il 10 marzo scorso, e diventato legge il 7 aprile, prevede uno scudo processuale di 18 mesi per il presidente del Consiglio e i Ministri. Composto da due articoli e otto commi, il provvedimento consente “al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge”. Le ragioni del successo della raccolta firme che ne chiede l’abrogazione, secondo i promotori del referendum, sarebbero connesse alla vicenda Brancher.

Privatizzazione dell’acqua. Settecentocinquanta mila le firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Il decreto Ronchi, diventato legge il 18 novembre 2009, riforma i servizi pubblici locali, tra cui la gestione dell’acqua pubblica. Oggetto di forti polemiche politiche, la liberalizzazione dell’acqua per il centrodestra serve “per combattere i monopoli, le distorsioni e le inefficienze con l’obiettivo di fornire ai cittadini il miglior servizio al minor prezzo possibile”; mentre per le opposizioni “non si tiene conto né della tutela di una risorsa fondamentale e preziosa, né di dove il pubblico funziona bene, né dell’interesse dei cittadini”. Se la cassazione riterrà regolari le firme raccolte, la parola passerà agli italiani.

Nucleare. Contro la legge che ha sancito il ritorno per l’ Italia al nucleare, l’Idv ha raggiunto 740 mila firme. Era il 9 luglio 2009. Il Senato approvava definitivamente il disegno di legge sullo sviluppo. La legge prevede l’individuazione dei siti per la costruzione delle nuove centrali e istituisce una Agenzia per la sicurezza.

Dal suo blog, il leader dell’Italia dei valori Di Pietro incita i suoi: “Abbiamo ritenuto un nostro dovere preciso impegnarci per contrastare alcune nefandezze di questo governo”. Con l’approvazione della Cassazione, a decidere saranno i cittadini.

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