Tanti concerti, ma anche mostre, incontri, laboratori, uniti come sempre da un leitmotiv. La ricetta è ormai consolidata, gli ingredienti come da tradizione di grande qualità. Si rinnova per il dodicesimo anno consecutivo a Oristano e in altri centri della provincia – San Vero Milis, Nurachi, Baratili San Pietro, Riola Sardo e Nureci –, l’appuntamento con Dromos: questo sabato (24 luglio), ad aprire l’edizione 2010 del festival, sbarca a Capo Mannu, nella splendida cornice marina del promontorio sulla costa di San Vero Milis, lo straordinario pianista cubano Omar Sosa.

Col suo concerto “Afreecanos” (ore 22 – ingresso 5 euro) il jazzista caraibico apre un cartellone che fino a Ferragosto schiera musicisti del calibro di George Benson, Nicola Piovani, Zap Mama, Salif Keita, Ray Lema, James Taylor Quartet, Luciano Ligabue (protagonista dell'”Ichnusa Livefest“, evento speciale di Dromos all’aeroporto di Fenosu il 7 agosto), ma anche attori, come Giobbe Covatta, e le foto di artisti come il franco-maliano Alain Turpault. Protagonisti chiamati a dar corpo al tema di questa edizione di Dromos: “Cuore di tenebra”, dal titolo del profetico e impareggiabile romanzo con cui Joseph Conrad, nel 1902, fece riflettere l’Occidente sul suo rapporto col continente africano, sulla colonizzazione e sulle sue dilanianti contraddizioni.

E forse nessuno come Omar Sosa è titolato per avviare la riflessione sul “Cuore di tenebra”. Non solo perché proviene da Cuba, un tempo piattaforma di approdo per le navi di schiavi africani salpate dal Benin e dirette nel Nord America, ma anche perché il cosmopolita pianista cubano è un vero globetrotter della musica, impegnato da anni a esplorare la fusione tra generi e tradizioni lontane.

Alla testa del suo quartetto, composto da Childo Tomas (basso elettrico, voce, m’bira), Marque Gilmore (batteria) e Mola Sylla (voce, m’bira, xalam, kongoman), Omar Sosa propone a Dromos i brani di “Afreecanos”, il successo discografico del 2008 con cui il jazzista va alla la ricerca delle radici comuni tra le sonorità cubane, brasiliane, senegalesi, guineane, maliane e mozambicane. Un lavoro che guarda all’Africa e, come dichiarato dallo stesso Omar Sosa, “vuole dimostrare che siamo figli della stessa Madre, e anche se siamo geograficamente separati, siamo vicini nell’essenza, nei concetti e nelle radici”.

Al termine del concerto, la serata prosegue con il dopofestival, affidato al Dj set di Luca Tanchis. E domenica (25 luglio) si torna già in scena: alle 22, sempre a Capo Mannu, riflettori puntati sul gruppo Zap Mama e la sua storica leader Marie Daulne: di padre belga e madre congolese, la sua musica che fonde atmosfere africane e occidentali, e la sua storia personale con la famiglia vittima delle lotte scoppiate nel suo paese natale nel travagliato periodo post coloniale, sono un perfetto incastro col tema di questa edizione di Dromos.

Già avviata la prevendita dei biglietti per i prossimi appuntamenti del festival: il prezzo varia da concerto a concerto, dai 28 euro per George Benson ai 15 per Salif Keita, ai 10 per Nicola Piovani, James Taylor Quartet e per lo spettacolo di Giobbe Covatta. Cinque euro, invece, il costo d’ingresso ai concerti di Zap Mama, Dobet Gnahoré, Amar Sundy e Dana Fuchs, mentre per l'”Ichnusa Live Fest” con Ligabue, esaurite le tribune, il posto unico costa 27 euro (più prevendita). Tutti gli altri eventi di Dromos, compresi gli ingressi alle mostre, sono gratuiti.

I biglietti si possono acquistare attraverso il circuito www.greenticket.it

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