Molti cattolici, e non solo, si sono chiesti , qualche settimana fa, cosa avesse spinto Benedetto XVI a inventarsi un nuovo dicastero pontificio “Per la nuova evangelizzazione dell’Occidente”, in aggiunta ai già tanto numerosi organismi vaticani, anch’essi destinati, a che cosa se non all’evangelizzazione?

Qualche giorno dopo la nascita del nuovo organismo, in casa Vespa, (casa, anche questa, di Propaganda fide) una cena e uno scenario che sembravano fatti apposta per rappresentare plasticamente quel vecchio mondo occidentale materialista, secolarizzato e relativista che Benedetto XVI vorrebbe rievangelizzare: Silvio e Marina Berlusconi, Pierferdinando Casini, Gianni Letta, Mario Draghi e Cesare Geronzi, praticamente, la crema del potere politico e finanziario dell’attualità italiana attorno al cardinal Tarcisio Bertone, braccio destro del Papa e seconda carica dello stato della Città del Vaticano.

A presiedere il dicastero per la nuova evangelizzazione Papa Ratzinger ha nominato mons. Rino Fisichella, noto per la sua predilezione ad evangelizzare e ad assistere pastoralmente la classe politica italiana: continua a farsi chiamare dai media cappellano della camera dei deputati, senza mai una smentita né sua né della camera; organizza per i parlamentari sante messe, esercizi spirituali, pellegrinaggi in Terra Santa; esibisce affinità culturali con Marcello Pera e devozione per Oriana Fallaci; è strenuo difensore della civiltà occidentale contro l’incombente aggressione relativista e islamica nell’ Occidente dalle radici cristiane.

Ancora non si riesce a capire quali saranno i compiti del nuovo dicastero pontificio e del suo presidente, che non siano già prerogativa e competenza di tutti gli altri organismi centrali vaticani e di quelli periferici delle chiese locali. Senza offesa, sembra la riproposizione, in chiave ecclesiastica, del ministero “del nulla” affidato da Silvio Berlusconi al suo amico ex ecclesiastico Aldo Blancher.

A bene osservare la decisione di Benedetto XVI potrebbe rappresentare, se non la conferma del suo angosciato pessimismo sulla sorte della sua Chiesa, una dichiarazione di clamoroso fallimento del sistema chiesa e della sua missione evangelizzatrice nell’Occidente dalle perdute radici cristiane.

Resta il fatto che da duemila anni la Chiesa cattolica è presente in tutti gli angoli della terra con oltre 4mila diocesi, 10 mila tra arcivescovi, vescovi e cardinali, centinaia di migliaia tra preti, suore e religiosi, centinaia di migliaia di parrocchie, santuari, associazioni, scuole cattoliche, case editrici, università, insegnanti di religione, cappellani militari e ospedalieri, testate giornalistiche a migliaia con milioni e milioni di copie diffuse, emittenti tv, circuiti radiofonici, milioni di crocifissi nei luoghi pubblici dello stato laico (aule scolastiche, tribunali). Tutte realtà direttamente collegate e sottoposte ciascuna al dicastero di competenza della Santa Sede che, attraverso una sorta di centralismo non democratico organizza e dispone i metodi e i contenuti dell’evangelizzazione. A questo immenso patrimonio di risorse umane e strutturali, è da aggiungere una diffusa rete di sistemi globali e locali per la raccolta di risorse finanziarie che hanno consentito alla Chiesa di realizzare un notevole ma incontrollabile potere economico e finanziario custodito nel “santuario” che è l’Istituto per le Opere di Religione. Questo, dalla “extraterritorialità” dello Stato Vaticano, opera e “traffica” nei paradisi fiscali di tutto il mondo, riservando appena qualche scampolo di elemosina a beneficio dei numerosi missionari immersi nell’inferno della povertà e della miseria dei paesi del sud del mondo prima sfruttati e oggi abbandonati dall’Occidente dalle radici cristiane.

Queste ingenti risorse (strutture, persone, finanze) quale evangelizzazione hanno realizzato se Benedetto XVI ha sentito il bisogno di istituire un ennesimo organismo ad hoc, per la nuova evangelizzazione dell’Occidente? Forse è fallita proprio l’evangelizzazione di matrice e di stile occidentale fin qui realizzata.

Non sarà che la Chiesa di Papa Ratzinger piuttosto, che un ennesimo burocratico dicastero vaticano, deve trovare la chiave non per una nuova evangelizzazione ma per una evangelizzazione nuova rivolta innanzitutto verso se stessa a cominciare dai vizi e dai metodi occidentali di cui è imbevuta, che all’evangelizzazione e alla promozione umana preferiscono l’accumulo dei poteri, dei capitali finanziari e immobiliari e delle carriere?

Dall’inferno dei territori di missione qualche missionario continua a chiedersi: che ci faceva il card. Bertone a cena in casa Vespa con i rappresentanti di questo occidente che ci ignora e ci affama? E il card. Sepe, quando dirigeva la Congregazione per l’ Evangelizzazione dei popoli di quali “opere” e di quali “beni” trafficava con gli amici della cricca che non fossero le Opere di Religione e le opere di bene?

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