CASERTA – Il dirigente ospedaliero Luigi Annunziata è indagato per abuso d’ufficio. Una curiosa legge del contrappasso: il manager dell’azienda ospedaliera che provocò l’arresto di Sandra Mastella (e quindi indirettamente della caduta del governo Prodi) per non aver ceduto alle pressioni della presidente del Consiglio regionale della Campania e della lobby Udeur che pretendeva di imporgli la designazione di primari graditi a Ceppaloni, è ora indagato per aver nominato, secondo l’accusa in maniera clientelare, un primario di urologia su segnalazione di un consigliere regionale dell’Udeur, Nicola Ferraro.

Lo si apprende dall’ordinanza firmata dal Gip di Napoli Vincenzo Alabiso, su richiesta dei pm Marco Del Gaudio e Antonello Ardituro, che ha portato in carcere 14 persone. Ordinanza notificata, tra gli altri, all’ex consigliere regionale Ferraro, finito in galera perché ritenuto organico alla camorra casertana, e al boss Nicola Schiavone, figlio di “Sandokan” Francesco Schiavone e reggente del clan dei Casalesi, che avrebbe condizionato l’aggiudicazione di numerosi appalti nel casertano grazie alla complicità di politici e funzionari inseriti nel ‘sistema’.

Il dirigente ospedaliero in questione si chiama Luigi Annunziata e ha 52 anni. Guida l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Lo nominò la giunta regionale di Antonio Bassolino nella notte tra il 30 e il 31 dicembre 2005. Quella della “grande spartizione della sanità campana”. La notte in cui Margherita, Ds e Udeur si divisero le nomine di Asl e ospedali. Lo Sdi, che non riuscì a sedersi al tavolo della grande abbuffata, minacciò di uscire dalla maggioranza, salvo poi rientrare dopo qualche giorno e qualche rassicurazione.

Chi ha buona memoria di vecchie puntate di Annozero ricorderà una strepitosa intervista di Sandro Ruotolo ad Annunziata. Il manager, nel ricostruire le vicende finite nell’inchiesta di Santa Maria Capua Vetere sul sistema di nomine e clientele del Campanile, fumava con disinvoltura davanti alle telecamere.

Annunziata era colui che Lady Mastella definì “l’uomo morto” in una telefonata intercettata. Era il manager che secondo le ricostruzioni giornalistiche non volle piegarsi alle indicazioni del partito che pure lo aveva designato a quell’incarico. Era il professionista che svolgeva le sue funzioni secondo quei criteri di imparzialità e trasparenza che dovrebbero improntare le attività delle pubbliche amministrazioni. E per questo sarebbe finito nel mirino dei coniugi Mastella. I quali, una volta appurato che non riuscivano a strappargli le nomine richieste, gli avrebbero scatenato contro i consiglieri dell’Udeur, attraverso interrogazioni che miravano a revocarne l’incarico di direttore generale per una presunta mancanza di titoli. Uno dei firmatari di quelle interrogazioni fu il consigliere regionale Nicola Ferraro, rinviato a giudizio per questa vicenda insieme a Sandra Mastella per tentata estorsione.

Ora però si scopre che la Procura di Napoli, attraverso una diversa indagine condotta su altri binari, ipotizza uno scenario molto diverso. E accusa Annunziata di concorso in abuso d’ufficio in complicità con Ferraro per aver rinnovato un contratto a un medico e poi averlo nominato primario di urologia. Su indicazione dell’ex consigliere regionale.

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