Berlusconi è uscito allo scoperto. Costretto dai finiani a prendere una posizione su Cosentino, scaricarlo come Brancher o difenderlo, il premier ha scelto di percorrere la seconda via: difesa a oltranza del sottosegretario coinvolto nell’inchiesta sulla nuova P2 e sul capo del quale pende da mesi una richiesta d’arresto per concorso esterno in associazione camorristica. All’intenzione espressa da Italo Bocchino di votare la mozione di sfiducia dell’opposizione a carico di Cosentino, il capo del Governo ha sbottato con i suoi e lanciato l’ultimatum: chi vota la mozione è fuori dal Pdl, rende noto alle 17.10 l’agenzia Ansa. Dopo tre ore arriva la smentita (“il premier non ha parlato con alcuno in merito di eventuali mozioni di sfiducia”) ma la chiamata alle armi è ormai partita. Un vero e proprio ordine: fare quadrato intorno al sottosegretario, parente acquisito del boss del clan dei casalasi Giuseppe Russo detto Peppe O’ padrino, detenuto in regime di 41 bis. Berlusconi detta la linea, poi invia una nota da palazzo Chigi: “Impedirò che torni il clima giacobino e giustizialista. Metterò tutto il mio impegno personale”. Un “ghe pensi mì 2”, reso necessario dal fallimento del primo, lanciato appena due settimane fa.

La resa dei conti è dunque cominciata. E a suonare la carica sono stati i finiani. Su tre fronti: Giulia Bongiorno mette a segno l’affondo sul ddl intercettazioni, Fabio Granata attacca sulla questione morale e Italo Bocchino sulla nuova P2. Un fuoco incrociato che sta costringendo il Pdl alla ritirata. In particolare sulla legge Bavaglio. Tanto che la maggioranza ha dovuto digerire alcuni emendamenti della finiana presidente della commissione Giustizia della Camera . Bongiorno è stata chiarissima: le modifiche presentate dalla maggioranza al ddl intercettazioni sono un passo avanti, ma si deve fare di più. E annuncia ulteriori proposte di modifica che praticamente azzerano il bavaglio: responsabilità giuridica dell’editore, intercettazioni dei parlamentari, intercettazioni ambientali, intercettazioni dei reati che riguardano ignoti, proroghe degli ascolti, ripristino della dicitura di privata dimora. E Bongiorno è relatore del provvedimento, quindi è l’unico deputato a poter presentare emendamenti oltre il termine, scaduto oggi alle 15.

Nel frattempo Granata, vicepresidente della commissione antimafia, rilascia alle agenzie una dichiarazione da recapitare direttamente al premier: “Per i vertici del Pdl la questione morale non esiste. Il problema gravissimo e imbarazzante non è rappresentato da ciò che emerge dalle ultime inchieste, un quadro torbido di affari, logge, dossieraggi ed associazioni a delinquere, quanto piuttosto da Italo Bocchino, Fabio Granata ed in generale dai finiani”. Nel dubbio di essere stato troppo politichese, Granata semplifica ulteriormente: “Il problema per alcuni autorevoli esponenti del Pdl è rappresentato da chi parla delle inchieste e non da chi di quelle inchieste è oggetto e protagonista. Se siamo giunti a questa assurda e paradossale situazione, la mia proposta è semplice: provate ad espellerci tutti per antimafia”.

A schierarsi sul terzo fronte Italo Bocchino: se le dimissioni del sottosegretario Nicola Cosentino non dovessero arrivare, i finiani si dicono pronti a “valutare” eventuali mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. Ora si attende Gianfranco Fini, oggi rimasto in silenzio sull’argomento, ma a cui spetta la responsabilità di inserire nel calendario dei lavori di Montecitorio la mozione di sfiducia a Cosentino. L’Idv chiede che arrivi in aula già settimana prossima.

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