Aprire una pratica per chiarire la posizione del presidente della Corte di Appello di Milano, Alfonso Marra: è la richiesta presentata al comitato di presidenza del Csm dalla prima commissione di Palazzo dei Marescialli in merito agli sviluppi dell’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’eolico in Sardegna che hanno portato in carcere, tra gli altri, Flavio Carboni. “Visti i fatti eclatanti – ha spiegato Mario Fresa, componente togato della commissione – riteniamo doveroso compiere approfondimenti sui risvolti della vicenda che coinvolgono i magistrati citati nell’ordinanza di custodia cautelare, in particolare Marra. Si tratterà di analizzare i fatti per valutare l’eventuale posizione passiva del magistrato e quindi la conseguente incompatibilità ambientale con la sede di Milano. Nel caso emergessero responsabilità disciplinari la commissione trasmetterebbe gli atti al ministro della Giustizia e al Procuratore generale della Cassazione, titolari del’ azione disciplinare”. Il comitato di presidenza del Csm dovrà ora comunicare l’apertura della pratica e disporre la trasmissione degli atti alla prima commissione.

La prima commissione, una volta ricevuta l’ordinanza di custodia cautelare, valuterà anche le posizioni degli altri magistrati citati dal Gip e la loro “eventuale incidenza sulle condizioni di esercizio della giurisdizione”. Nel provvedimento, come partecipanti alla cena nella casa romana di Denis Verdini, compaiono i nomi di Antonio Martone, Arcibaldo Miller e il sottosegretario Giacomo Caliendo. Gli accertamenti potrebbero riguardare solo Miller, capo dell’ufficio ispettivo del ministero della Giustizia. Martone ha annunciato venerdi scorso la sua uscita dalla magistratura, mentre Caliendo ha lasciato la toga pochi mesi fa.

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