Non ci sarà la sabbia bianca che più bianca non si può. Il mare cristallino, quell’aria selvaggia che scalda il tramonto, il panorama che fatica a infilarsi nell’inquadratura. Ma il mare che amo di più al mondo è quello della Romagna, di Cervia e di Cesenatico. Su quella sabbia scura ricamata dai frammenti delle conchiglie ho mosso i primi passi. E dopo vent’anni di fuga in lidi più avventurosi, la nascita del Cobra ha riacceso l’amore sopito.

La vacanza oggi è quella cosa lì: l’ombrellone, il lido organizzato nei minimi dettagli in funzione dei più piccoli con nursery, pannolini, servizi igienici impeccabili, il cibo giusto, l’animazione, i giochi, la sicurezza. E poi il profumo della pineta e della piadina, quella vera, che si libera dalle casette a righe sul lungomare. Il bombolone caldo all’alba, che un tempo rappresentava la dolce conclusione di una lunga nottata e che oggi è invece il confortante inizio di una lunghissima giornata. Da non confondere con il krapfen: è un’altra storia, credetemi. E l’acqua è tra le più controllate d’Italia, con la nave Daphne dell’Arpa e del Centro di ricerche marine di Cesenatico guidato da Attilio Rinaldi che analizza e monitora il mare in continuazione, con l’unico scopo di proteggerne gli abitanti squamati e i visitatori bipedi.

Verrà ancora l’epoca dei viaggi intercontinentali, delle guide stropicciate e degli alloggi last minute su piazze che profumano di altri mondi. Ci saranno ancora ruvidi dammusi, pajare bianche tra i fichi d’india a picco sulla magia blu del finis terrae. Ora è il tempo di tornare ai miei primi passi, perché ci sono nuovi piccoli piedi che hanno bisogno di scaldarsi su quella sabbia scura, familiare e rassicurante.

Articolo Precedente

“Sulle droghe Giovanardi trucca le carte. Legalizzarle porterebbe molti soldi allo Stato”

next
Articolo Successivo

L’omofobia è razzismo

next